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Quarta dose vaccino anti Covid: perché è una "possibilità concreta", risponde Franco Locatelli del Cts

Il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha aperto alla possibilità di una quarta dose di vaccino anti Covid e ha spiegato anche i motivi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Si parla già di quarta dose di vaccino anti Covid mentre la campagna vaccinale continua a procedere spedita in Italia. Con l’inoculazione delle terze dosi di vaccino anti Covid aperta a tutti gli over 18, infatti, molti si chiedono cosa succederà dopo il richiamo. Se alcuni esperti hanno parlato di un’immunità completa dopo il ciclo vaccinale di tre dosi, altri parlano di affrontare una vaccinazione all’anno, come accade per l’influenza. Su tali questioni si è espresso anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico.

Intervenuto al “Live in Courmayeur” organizzato da Sky Tg24, Locatelli ha dichiarato:”Una quarta dose del vaccino contro il Covid è una possibilità concreta“, aprendo così ufficialmente la possibilità che dopo il richiamo andrà fatta almeno un’altra inoculazione del siero anti coronavirus.

Quarta dose di vaccino, perché andrà fatta: parla Locatelli

Sui motivi per cui andrà fatta la quarta dose di vaccino, Locatelli ha spiegato: “La dose booster è già stata somministrata a 7 milioni di persone. E solo nella giornata di ieri abbiamo avuto 430mila vaccinazioni, di cui 30mila prime dosi“.

Quindi, il “messaggio è chiaro”, ha aggiunto il presidente del Consiglio superiore di sanità: “È continuare con la terza dose e cominciare subito con il ciclo vaccinale primario”, perché “ci sono ancora 1 milione e 300mila persone che non hanno la prima dose”.

Sono state “decina di migliaia le vite che sono state salvate dai vaccini anti-Covid. Ovviamente tanto più ci fossimo vaccinato tanto più vite si sarebbero potute salvare”, ha sottolineato.

Covid, la situazione in Italia secondo Locatelli

Locatelli ha parlato anche della situazione in Italia in merito all’epidemia da Covid-19 e in particolare sulla variante Omicron: “A oggi, in questo momento, ci sono sette casi. E tutti riconducibili al caso noto che sostanzialmente ha ingenerato sei ulteriori casi familiari”.

LocatelliFonte foto: ANSA

“Al momento fortunatamente – ha proseguito riferendosi a Omicron – non c’è una diffusione nel Paese, in Italia è ancora predominante la Delta. In Sudafrica la Omicron – ha spiegato – ha preso il sopravvento sulla Delta e ha incrementato la percentuale di contagi. Ha maggior potere contagiante, ma ciò non significa maggior potere di provocare patologia grave e non vuol dire che eluderà i vaccini”, ha specificato il coordinatore del Cts.

La fotografia dell’oggi ci dice che la situazione dell’Italia si colloca tra le più favorevoli in Europa. E sostanzialmente, a parte la Spagna e la Svezia siamo il Paese con l’incidenza cumulativa più bassa”, ha sottolineato ancora Locatelli.

Obbligo vaccinale, la posizione del coordinatore del Cts

L’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori in Italia è un tabù? A questa domanda Locatelli ha risposto: “Questa è una tematica che implica parecchi aspetti, e molti anche di natura sociale e politica, che devono essere attentamente valutati e ponderati, e la scelta poi spetta al decisore politico”.

“Un conto è una situazione con una bassa proporzione di soggetti vaccinati un conto, come quella italiana, dove la percentuale di vaccinati è decisamente più elevata – ha concluso Locatelli – dove, non a caso, abbiamo numeri più favorevoli. Detto questo, ragionarne è una possibilità ma credo che le condizioni in Italia siano significativamente diverse rispetto agli altri paesi, quale la Germania. Diciamo che è l’ultima risorsa se la situazione dovesse peggiorare ma ora, personalmente, non vedo gli estremi stringenti per considerarla”.

SONDAGGIO – Obbligo di vaccinazione anti Covid anche in Italia, cosa ne pensi?

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