Processo Ciro Grillo, la madre in tribunale difende il figlio: "Non ho sentito né visto nulla"
La madre di Ciro Grillo difende il figlio al processo: "Non ho visto né sentito nulla". L'avvocato di parte civile: "Testimonianze contraddittorie"
Il processo contro Ciro Grillo e i suoi amici Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia accusati di violenza sessuale di gruppo è ricominciato nella mattina di mercoledì 21 settembre dopo la pausa estiva. Al tribunale di Tempio Pausania c’era anche la moglie di Beppe Grillo, Parvin Tadjik, intervenuta in aula per difendere il figlio.
- Ciro Grillo, la madre difende il figlio al processo
- L'avvocato Romano: "Testimonianze contraddittorie"
- Il processo contro Ciro Grillo e gli amici
Ciro Grillo, la madre difende il figlio al processo
Parvin Tadjik è arrivata al tribunale di Tempio Pausania alle 11. Insieme a lei Cristina Stasia e Rosa Imenez, rispettivamente amica della Tadjik e domestica di casa Grillo.
Le tre donne sono state chiamate per deporre in aula.
La moglie di Beppe Grillo, Parvin Tadjik, arriva al tribunale di Tempio Pausania per deporre al processo che vede coinvolto il figlio
Cristina Stasia, inoltre, è una delle testimoni che nella mattina in cui si sarebbero svolti i fatti avrebbe visto una delle due denuncianti sul patio.
La madre di Ciro Grillo è stata ascoltata per un’ora, e per tutto il tempo ha ripetuto con forza che in quel giorno non avrebbe visto né sentito nulla.
“Non ho visto né sentito nulla“, ha ripetuto più volte Parvin Tadjik di fronte alla Corte di Tempio Pausania. Con le sue dichiarazioni, quindi, la madre di Ciro Grillo, avrebbe confermato quanto detto dai testimoni ascoltati nelle volte precedenti.
Ancora, la moglie di Beppe Grillo ha parlato di una giornata “normale”.
Le sue parole sono state evidenziate da Antonella Cuccureddu, legale di Francesco Corsiglia, che ha detto: “Stiamo parlando di un abuso che è stato descritto con urla, spinte, ribellione. Nessuno ha sentito richieste d’aiuto né da dentro casa né da fuori né urla né cose che cadevano né rumori di nessun genere”.
Ancora: “È stato detto da molti testimoni che la signora Grillo, in un paio di occasioni, era intervenuta per richiamare i ragazzi perché avevano la musica troppo alta o perché facevano rumore giocando a pallone”.
Parvin Tadjik sarebbe dunque solita riportare all’ordine situazioni in cui si crea un rumoreggiare molesto, secondo quanto riferito dall’avvocata Cuccureddu.
L’avvocato Romano: “Testimonianze contraddittorie”
Al termine dell’udienza l’avvocato Dario Romano, legale di parte civile di una delle due presunte vittime, ha parlato di testimonianze in cui “sono emerse numerose contraddizioni che contrasteremo”.
Quindi: “Dire che non si sono sentite grida o che non ricordano di avere visto i ragazzi non ha alcuna rilevanza”.
Il processo contro Ciro Grillo e gli amici
Secondo le accuse, i fatti si sarebbero svolti nella residenza estiva di Beppe Grillo in Costa Smeralda, Sardegna, nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019.
Secondo le accuse, Ciro Grillo e i suoi amici avrebbero consumato violenza sessuale di gruppo contro Silvia – nome di fantasia – una cittadina straniera residente a Milano con l’amica Roberta (altro nome di fantasia), dopo aver conosciuto le ragazze al Billionaire la sera prima.
Secondo la denuncia di Silvia, depositata il 26 luglio 2019 presso i carabinieri di Milano, in quella villetta in località Cala di Volpe Ciro Grillo e i suoi amici avrebbero abusato di lei mentre l’amica, Roberta, dormiva.
I quattro indagati hanno sempre respinto le accuse di violenza sessuale, parlando piuttosto di sesso consenziente.