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Per l'omicidio di Desirée Mariottini processo da rifare: come cambiano le accuse, la reazione dei genitori

Per l'omicidio di Desirée Mariottini la Cassazione ha stabilito un appello bis: cadono accuse, anche pesanti, per alcuni imputati ma vengono confermati 3 ergastoli

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La Cassazione si è espressa: per l’omicidio di Desirée Mariottini si dovrà tenere un processo bis in appello. Cadono alcune accuse per i condannati. Incredulità e dolore per i genitori.

La storia di Desirée Mariottini

Desirée Mariottini aveva 16 anni e viveva a Cisterna di Latina. La ragazzina è morta nella notte tra il 18 e il 19 ottobre del 2018 nel quartiere romano di San Lorenzo.

Si era recata in un condominio malfamato della zona e lì ha trovato la fine. Le perizie hanno appurato che il corpo di Desirée è stato imbottito di droghe: metadone e un mix di cocaina, eroina e psicofarmaci.

Serena Mariottini, zia di Desirée e Patrizia Massoli, la nonna, durante la lettura della sentenza di appello sull'omicidio di Desirée Mariottini, Roma 21 novembre 2022Fonte foto: ANSA
Serena Mariottini, zia di Desirée e Patrizia Massoli, la nonna, durante la lettura della sentenza di appello sull’omicidio di Desirée Mariottini, Roma 21 novembre 2022.

Per la magistratura alla ragazza è stata somministrata droga ed è stata lasciata morire senza che nessuno pensasse di soccorrerla. Durante la sua agonia è poi stata violentata più e più volte.

Come cambiano le condanne per la morte di Desirée Mariottini

Per quella morte si è già tenuto un processo d’appello che ha portato a pesanti condanne, ma dopo 4 ore di camera di consiglio la corte di Cassazione ha deciso di rinviare tutto a un processo bis in secondo grado per ridefinire alcune imputazioni.

Cade l’accusa di omicidio per il senegalese Mamadou Gara (detto Paco) già condannato all’ergastolo.

Confermata l’ipotesi di omicidio per gli altri tre imputati. Il nigeriano Chima Alinno (detto Sisco) era stato condannato a 27 anni.

Il senegalese Brian Minteh (detto Ibrahim) aveva avuto 24 anni e mezzo. Per quest’ultimo è caduta l’aggravante della violenza sessuale e ci sarà un nuovo processo anche per l’accusa di cessione di droga. Possibile dunque un ridimensionamento della condanna.

Assolto in via definitiva dal reato di stupro il ghanese Yusif Salia (detto Youssef), che in secondo grado era stato condannato all’ergastolo.

Nel processo è emerso come, nell’assistere allo stato di incoscienza e all’agonia di Desirée, uno dei tre condannati avesse pronunciato una frase terribile: “Meglio lei morta che noi in galera”.

Nel giugno del 2021 i giudici di primo grado descrissero la realtà nella quale trovò la morte la giovane Desirée Mariottini.

“Non si trattò solo della cinica e malevola volontà di non salvare la giovane dall’intossicazione – scriveva la corte d’assise di Roma – di cui loro stessi erano stati autori e di impedire le indagini delle violenze da lei subite, ma in forma più estesa, di conservare la propria ‘casa’ e le proprie fonti di ‘reddito’, oltre ad un tranquillo e sostanzialmente indisturbato luogo di consumo degli stupefacenti, che rendeva eccezionale e noto quel rifugio”.

La reazione dei genitori di Desiréè Mariottini

“È un dispositivo complesso, e andranno lette le motivazioni relativamente ai giudizi di rinvio” ha detto l’avvocato Claudia Sorrenti, che assiste Serena Mariottini, zia di Desirée. “Quello che ha sconvolto i familiari è la non conferma dell’accusa di violenza sessuale per uno degli imputati anche se resta la condanna all’ergastolo”.

La mamma è sconvolta, anche se l’accusa di omicidio per tre imputati è stata confermata. È una sentenza che farà discutere” conclude.

Già nel 2021, in occasione della sentenza di primo grado, la mamma di Desirée aveva espresso delusione.

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Omicidio Desirée Mariottini: processo d'appello da rifare Fonte foto: ANSA
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