Morto suicida dopo essere stato licenziato: amica sindacalista si sfoga al funerale, il parroco la rimprovera
A Pontelongo (Padova) si è tenuto il funerale del 55enne morto suicida dopo essere stato licenziato dall'azienda per cui lavorava da 27 anni. Lo sfogo dell'amica sindacalista è stato interrotto dal parroco
Una cerimonia all’insegna del dolore e dell’amarezza. Nella giornata di venerdì 18 agosto si è tenuto a Pontelongo, in provincia di Padova, il funerale del 55enne morto suicida dopo essere stato licenziato dall’azienda per cui lavorava, la Metro, catena specializzata nel commercio all’ingrosso di Marghera. Durante la lettura delle testimonianze, un’amica sindacalista ha attaccato l’operato della società: lo sfogo è stato però interrotto dal parroco, che ha rimproverato la donna invitandola a parlare solo del defunto.
- Suicida dopo essere stato licenziato: lo sfogo dell'amica al funerale
- L'interruzione del prete
- L'omelia del parroco
Suicida dopo essere stato licenziato: lo sfogo dell’amica al funerale
Piera Meneghetti, compagna di lavoro e delegata della Cgil, aveva scritto il discorso insieme ai colleghi. Nel messaggio di ricordo veniva menzionata la Metro, con una dura critica per non aver tutelato il suo dipendente.
L’uomo, che lavorava per la ditta da 27 anni, aveva ricevuto prima una contestazione disciplinare e poi la lettera di licenziamento. L’accusa – riporta il Corriere della Sera – era di aver agevolato alcuni clienti per le spese di trasporto della merce: un’azione che avrebbe procurato alla società una perdita di 280 euro.
Il funerale del 55enne si è tenuto nella chiesa di Pontelongo, in provincia di Padova
“Il tuo ricordo è legato ai momenti più belli e spensierati della nostra famiglia Metro perché davvero eravamo una famiglia“, ha esordito Meneghetti dal pulpito della chiesa.
“L’azienda nei confronti di un dipendente — proseguiva la lettera — diventa responsabile di quella vita e deve prendersi cura delle persone in quanto esseri umani che hanno bisogno di protezione, di sentirsi importanti e parte integrante di un sistema, piuttosto che risorse da sfruttare e sacrificare in nome del Dio denaro“.
L’interruzione del prete
È a questo punto che il sacerdote che stava presenziando la cerimonia, Don Carlo, è intervenuto: “Qui non siamo al sindacato, parli solo di lui, se vuole ricordarlo“, ha rimproverato alla donna.
L’amica si è quindi scusata e ha proseguito nella lettura, omettendo alcuni passaggi.
“Ti sei scusata, anche se non dovevi, lui meritava quel ricordo. Sappiamo tutti che senza il licenziamento sarebbe ancora tra noi”, l’hanno consolata alcune colleghe una volta fuori dalla chiesa, al termine del funerale.
L’omelia del parroco
“Era una persona buona — aveva detto il parroco nel corso dell’omelia — forse anche troppo. Una vita dedicata al lavoro, ma che ha attraversato un momento di debolezza“.
“Il mistero della morte è grande — aveva aggiunto il sacerdote —, allo stesso modo è grande il mistero di questa morte, che ora la famiglia chiede di rendere più chiaro. Se quest’uomo ha dato tanto alla nostra comunità e alle persone a lui care, forse l’aiuto è mancato altrove“.