Roma, verso il ballottaggio: che ha detto Michetti su Hitler
Roma, verso il ballottaggio: che ha detto Michetti su Hitler: "Quando la situazione degenera serve un uomo forte"
La campagna elettorale per il ballottaggio del 17 e 18 ottobre a Roma va avanti anche a suon di gaffe. È stato infatti lo stesso Enrico Michetti, proposta del centrodestra a prossimo capo della giunta capitolina, a sconfessare se stesso scusandosi. Al centro della bufera è finita una frase sulla Shoah. Secondo quanto scritto da Michetti in un articolo pubblicato il 19 febbraio 2020 sul sito di Radio Radio, l’eccidio degli ebrei sarebbe ricordato più spesso perché questi ultimi “avevano banche”.
“In quell’articolo ho utilizzato con imperdonabile leggerezza dei termini che alimentano ancora oggi storici pregiudizi e ignobili luoghi comuni nei confronti del popolo ebraico” si è corretto poi l’avvocato 55enne. Una compilation di precedenti dichiarazioni di Michetti nel ruolo di speaker radiofonico ha però cominciato a circolare sul web. Si tratta di opinioni personali che mettono in evidenza un’interpretazione a volte non proprio ortodossa della Storia e generalmente più favorevole alla Germania hitleriana di quanto non siano, ad esempio, i manuali di scuola.
Sono interventi in cui il soprannominato “tribuno” elogia “l’efficienza” della Wehrmacht, il nome con cui erano conosciute le Forze Armate tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, ma, anche, sostiene che “Hitler ascende al potere attraverso una legge democratica”.
Cos’altro ha detto Michetti?
Cosa ha detto Michetti sulla Wehrmacht e perché ha letto Hitler in diretta
Il tutto è andato tutto in onda su Radio Radio, emittente nata nel 1978 e ascoltata soprattutto nel Centro Italia. La redazione, secondo La Repubblica, starebbe tra le altre cose portando avanti “da mesi” una “propaganda anti-Green Pass”.
“Hitler ascende al potere attraverso una legge democratica – sostiene in onda Michetti – Hitler non viola…non è che prende d’assalto le istituzioni. Hitler arriva al potere perché il presidente gli conferisce l’incarico di cancelliere, ritenendolo l’uomo giusto per risolvere i problemi strazianti della Germania”. Non una parola riguardante l’incendio doloso del Reichstag. Le fiamme al Parlamento a Berlino sono considerate l’evento cruciale per l’affermazione del nazionalsocialismo in Germania.
“Voi sapete cosa diceva Hitler sulle armi”, continua il tribuno in un’altra dichiarazione, “diceva che sono una cosa che va totalmente tolta al cittadino. Ma anche l’Unione Sovietica diceva questo. Il cittadino non può possedere le armi”. E continua: “Hitler, leggiamolo bene. ‘L’errore più folle che possiamo commettere è forse quello di lasciare che le razze da noi soggiogate, oppresse, posseggano le armi’, dice Hitler”. E ancora: “La storia mostra che tutti i conquistatori, tutti gli oppressori che hanno consentito alle razze a loro soggette di portare armi hanno in tal modo approntato la propria caduta”.
In un altro intervento, il candidato vicino a Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni tenta di avvalorare il binomio guerra-avanzamento tecnologico: “Prendete la Wehrmacht – diceva – con un albero di traverso del diametro di 90 centimetri su una sede stradale a doppia carreggiata del tempo, per cui 10 metri. Per rimuoverlo, nel 1937, ci metteva 28 minuti. Senza utilizzare l’esplosivo. Nel 1942 lo stesso albero veniva rimosso in 4 minuti. Nel 1969 la Wehrmacht di Brema non riusciva a scendere sotto i 3 minuti”. Ed ecco la tesi: “Questo fa capire che il territorio di guerra specializza, è la parte operativa, è quella che dà sensibilità, dà esperienza, dà capacità”.
Le frasi sull’uomo forte: “Serve quando la situazione degenera”
Michetti insomma si muove in un territorio grigio, tenendosi decisamente alla larga dall’esaltazione di una sanguinosa dittatura ma giocando con una rivalutazione assai circostanziata di questo o quell’aspetto del totalitarismo tedesco. Nessuno scivolone come quello sulla Shoah e gli ebrei, ma a volte si arriva anche a parlare di “uomo forte”. Come in questo passaggio: “Quando i rappresentanti del popolo non contano più niente, vuol dire che c’è un’oligarchia che sta governando. E quando questa oligarchia serra i ranghi non serve più neanche l’oligarchia. Serve un uomo forte. Quando la situazione degenera, entra nel caos, serve un uomo forte che rimetta in ordine il Paese. E così si accede alle dittature”.
Sono dichiarazioni che, data l’aria pesante che tira nel partito di Giorgia Meloni, soprattutto riguardo ai temi del fascismo e del nazismo, non possono essere prese sottogamba. Ed è infatti lo stesso Michetti a dire chiaro e tondo di essere “antifascista” e di aver avuto come unica tessera “quella della Democrazia Cristiana”. Tessere a parte, nella corsa per la capitale, Michetti è l’uomo scelto per l’alleanza di centrodestra dalla leader di Fratelli d’Italia ed è quindi da considerarsi soprattutto vicino a quest’ultima.
Ballottaggio a Roma, la posta in palio per Fratelli d’Italia e il centrodestra
Nei prossimi giorni ci sarà spazio per gli ultimi sussulti di una campagna elettorale che altrove, a Milano, ad esempio, ha già passato il testimone della formazione delle giunte. Nonostante quasi tutti i sondaggi, antecedenti al primo turno, dessero in vantaggio Michetti, è Gualtieri lo sfidante più appetibile per chi (e non sono pochi) ha votato Calenda e Raggi. È il segno che la partita è più che mai aperta per Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che hanno perso al primo turno nelle grandi città di Napoli, Bologna e Milano e che hanno avuto accesso al secondo turno soltanto a Torino, con il candidato però meno votato tra i due che si sfideranno.
Con una vittoria di Michetti, quindi, il centrodestra potrebbe mettere una bandierina sulla Capitale, che naturalmente non è poco, e Fratelli d’Italia potrebbe regolare i conti con l’opposizione interna, quella della Lega del segretario Matteo Salvini, consolidando la posizione di secondo partito nelle preferenze degli italiani che si sono recati ai seggi il 3 e 4 ottobre.
Ad animare il dibattito su Roma, la proposta di Michetti di nominare l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, al ruolo di commissario per l’organizzazione del Giubileo del 2025 e per l’emergenza rifiuti nella Capitale. Una chiamata alla quale Bertolaso ha risposto a stretto giro: “Se il presidente del Consiglio riterrà opportuno che io debba lavorare per la mia città, non mi tirerei certo indietro” è stata la sua risposta.
Ieri lo scontro tra Gualtieri e Michetti a Porta a Porta: si è parlato di Recovery, rifiuti e sicurezza, ma è anche spuntata l’accusa, rivolta all’avvocato, di flirtare con il fascismo: “Ci sono esponenti di Casapound nelle liste di Michetti”, ha accusato l’ex ministro dell’Economia. Oggi i candidati rimasti in corsa per Roma si affronteranno in un faccia a faccia su Sky Tg24, quindi sarà la volta del silenzio elettorale e del voto.