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"J-Ax e Fedez arrestati": perché il pm perdona l'autore della bufala

J-Ax e Fedez vittime di fake news: il pm perdona la bugia perché “il re della bufala sociale italiana” non è credibile

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Era l’8 aprile 2017 quando il sito rollingstone.live, da non confondere con la blasonata rivista musicale omonima con cui nulla ha a che fare, diffondeva la fake news che recitava così: “J-Ax e Fedez arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina“. La notizia faceva rapidamente il giro della rete, con tanto di attacchi gratuiti ai due artisti. Si mossero gli avvocati dei rapper, presentando denuncia di diffamazione. Denuncia per cui è stata da poco chiesta dalla Procura di Milano l’archiviazione. Ne dà notizia Il Corriere della Sera.

Perché si va verso l’archiviazione? Perché rollingstone.live è un noto fabbricante di notizie false. Questa la motivazione. “La disinformazione non può essere considerata lecita”, tuona la difesa di Fedez, che si è opposta alla richiesta di archiviazione.

La falsa notizia dell’arresto di J-Ax e Fedez veniva corredata da altri dettagli, sempre infondati, che raccontavano che i due cantanti avrebbero imboccato contromano a Milano via Montenapoleone, venendo fermati dai carabinieri che nella loro auto avrebbero trovato droga.

Il fatto, spiegava sempre in modo del tutto inventato rollingstone.live, sarebbe avvenuto sotto gli occhi di un testimone. J -Ax e Fedez, non appena la questione si diffuse sul web, si ritrovarono a doverla smentire all’Ansa e poi a presentare una querela per diffamazione.

Adesso il sostituto procuratore milanese Isabella Samek Lodovici ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta in base all’articolo 51 del codice penale che impedisce di punire chi esercita un diritto.

Il reato, riferisce sempre il Corsera, è “oggettivamente configurabile”, scrive il magistrato al giudice per le indagini preliminari, solo che il modus operandi dell’indagato, un 38enne umbro, non è punibile penalmente perché “si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al cosiddetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo”.

L’indagato usa bizzarri “nomi d’arte” ed è “noto come ‘il re della bufala sociale italiana‘” ed è rinomato per fabbricare “numerose fake news, cioè avvenimenti inventati con titoli sensazionalistici”. Altrimenti detto, scrive cose talmente insensate da non essere credibile. Per questo è stata chiesta l’archiviazione. Ciò che ha fatto, e che ha ammesso tranquillamente alla Polizia postale, può però “giustificare il diritto al risarcimento del danno” con un procedimento in sede civile, riferisce il magistrato.

Non dello stesso avviso i legali di Fedez, Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, che insistono nel ritenere che la fake news sia stata messa in circolo venendo scritta in maniera “del tutto verosimile”. I due avvocati sostengono inoltre che, in quanto letta da un numero” considerevole” di utenti, ha procurato danni d’immagine al loro assistito.

“Comunque, la pubblicazione di notizie false e denigratorie non è mai legittima”, rimarcano i legali che ricordano le “innumerevoli iniziative” a livello nazionale ed europeo per la lotta alle bufale del web  che sono “in grado di influenzare e indirizzare le opinioni, le scelte e le tendenze di una considerevole quantità di persone”.

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j-ax-fedez Fonte foto: ANSA
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