Prof di religione arrestato per violenza sessuale "comprava il silenzio con i regali": le parole del giudice
Prof di religione arrestato per abusi su minorenni, l'ordinanza e le motivazioni del giudice
Orrore a Tivoli dove un professore di religione è stato arrestato con la grave accusa di aver commesso violenze sessuali su minorenni. Da quanto emerso, i campus estivi e le gite erano la sua “occasione” per abusare dei giovani che gli erano stati affidati.
- Il coraggio di confessare e l'arresto del prof
- Le indagini
- Le segnalazioni ignorate
- I doni in cambio del silenzio
- Giudice: "Incapace di contenere gli impulsi"
Il coraggio di confessare e l’arresto del prof
A far trapelare la vicenda è stato uno dei ragazzi abusati che, diventato maggiorenne, ha trovato il coraggio di confessare. Il prof è finito in manette ed ora è ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Sarebbero almeno 4 le vittime accertate, ma si teme siano di più i casi.
L’indagato, che nel frattempo è stato sospeso dall’insegnamento, lavorava in una casa famiglia di Roma che si occupa di minori vittime di abusi. Alle spalle anche il ruolo di vicepreside in un istituto superiore della zona di Tivoli. Inoltre ha avuto diversi incarichi sia da laico, all’interno della struttura ecclesiale, sia in un’associazione religiosa che è impegnata a sostenere i minorenni vittime di abusi.
Le indagini
L’indagine della Procura di Tivoli e della polizia che è sfociata con gli arresti domiciliari del docente è iniziata dopo la denuncia di una delle vittime. Denuncia fatta nel marzo scorso. Il giovane, ora maggiorenne, ha spiegato cosa ha subito in passato. Subito è partito il lavoro degli inquirenti.
Almeno quattro, come poc’anzi scritto, le vittime accertate, tutte minorenni all’epoca dei fatti. Tre di loro avevano meno di 14 anni. Le violenze si sarebbero consumate a Loreto, Guidonia, Tivoli.
Nell’ordinanza di custodia si sottolinea che “le vittime, abusate in contesti indipendenti, hanno fornito descrizioni analoghe su quanto accaduto, in epoche e luoghi diversi, anche in campi scuola tenuti dall’associazione religiosa nella quale l’indagato ricopriva un incarico apicale”.
Le segnalazioni ignorate
Secondo quanto raccontato dal procuratore di Tivoli Francesco Menditto nel corso di una conferenza stampa, almeno due segnalazioni di abusi giunte negli anni alle autorità religiose sono state ignorate, non venendo trasmesse all’ufficio giudiziario.
“L’interesse pubblico – precisa la Procura – attiene alla conoscenza delle modalità con cui agiva l’autore, anche per consentire l’individuazione di ulteriori episodi analoghi, ponendo in risalto che il clima di diffidenza verso le dichiarazioni dei minorenni – che pure avevano dato segnali su quanto subito – non ha consentito un rapido intervento che avrebbe potuto evitare ulteriori violenze sessuali. Risulta dagli atti che i minorenni avevano rivelato in confidenza, temendo di non essere creduti, come è purtroppo accaduto”.
Dalla Procura anche un appello alla cittadinanza: “Chiunque ritenga di avere informazioni utili, potrà prendere contatti col personale del commissariato di Tivoli, particolarmente impegnato nel perseguire i delitti come quello in esame, al numero 0774319482”.
I doni in cambio del silenzio
L’indagato secondo l’accusa agiva sfruttando “il rapporto di empatia che creava con i minorenni, acquisendo la fiducia delle famiglie che frequentava come un intimo amico, dimostrandosi prodigo e generoso”. “Era un uomo impossibile da odiare, un secondo padre, una persona conosciuta e ben voluta da tutti, capace di comprare il silenzio delle vittime con regali costosi, ma anche con l’ascolto, con la comprensione, con parole adatte a consolare dalle angosce dell’adolescenza”, si legge nell’ordinanza.
Anche i ruoli ricoperti in ambito ecclesiale e l’insegnamento della religione avrebbero agevolato la commissione dei reati contestati. “La revoca di tutti gli incarichi, non nota all’Autorità giudiziaria, non ha impedito all’indagato di divenire educatore presso una casa famiglia della Capitale che accoglie minori in stato di difficoltà, ove è stato contestato un ulteriore episodio di violenza per cui è stata emessa la misura cautelare”, si legge ancora nell’ordinanza.
Giudice: “Incapace di contenere gli impulsi”
I domiciliari sono stati disposti in quanto il giudice ha ritenuto che c’è il “concreto e attuale il pericolo che il medesimo reiteri condotte analoghe a quelle per cui si procede”. Il giudice sottolinea “la totale incapacità (dell’indagato, ndr) di contenere gli impulsi”.
L’insegnante per l’accusa “ha reiteratamente posto in essere atti di violenza sessuale nei confronti di soggetti minorenni, a lui affidati dai familiari in virtù del rapporto di fiducia instaurato negli anni o in relazione alla sua qualità di educatore”.
“Egli – spiega sempre il giudice -non ha avuto scrupoli nell’approfittarsi della fiducia in lui riposta, ignorando completamente le gravi ricadute del suo agire nei confronti dei minori, approfittando della loro giovane e complicata età, della loro inesperienza, consapevole che l’acquisto di doni, il tempo loro dedicato, lo svago, le continue elargizioni economiche, unitamente al supporto offerto ai loro familiari, gli avrebbe consentito di ottenere il loro silenzio”.