Il marito guarda la cassiera nel supermercato di Varese e la moglie le sbatte la testa contro il monitor
In seguito all'aggressione la giovane dipendente è svenuta sul posto subendo una cervicalgia post traumatica. La moglie è stata condannata
Aggredita dalla moglie di un cliente solo per aver ricevuto uno sguardo. Per questo episodio una giovane cassiera di un supermercato di Cocquio Trevisago, in provincia di Varese, ha subito una cervicalgia post traumatica e una contusione frontale, che l’ha fatta svenire sul posto. La vicenda, raccontata dal ‘Corriere della Sera’, risale al 2018. La donna responsabile del gesto violento è stata condannata per lesioni personali e anche minacce.
L’aggressione
È bastata un’occhiata del marito per scatenare la gelosia della moglie, trasformata in un attimo in una vera e propria aggressione. Dopo aver notato lo sguardo, la donna avrebbe chiesto alla cassiera di controllare lo scontrino per poi sbatterle violentemente la testa contro il monitor appena la giovane seduta alla cassa ha abbassato lo sguardo.
La cliente non si è fermata al gesto violento, ma ha inoltre minacciato di morte la dipendente: “Ti aspetto a fine turno” le avrebbe detto.
La dipendente del supermercato svenuta sul momento ha ricevuto dall’ospedale una prognosi di 5 giorni. Sul posto è arrivata subito un’ambulanza, insieme ai carabinieri che hanno acquisito dalle telecamere il video dell’episodio, finito poi in tribunale.
La sentenza
Dopo quasi cinque anni il giudice di pace di Varese, Fabio Del Re, ha infine riconosciuto le lesioni personali e minacce denunciate dalla vittima.
Nella sentenza di condanna emessa nei confronti della donna, oggi 49enne, responsabile dell’aggressione, è inclusa un’ammenda di 1.000 euro oltre alla provvisionale di altri 1.000 in attesa di una più precisa quantificazione del danno in sede civile.
Il racconto della cassiera
“Non ricordo neppure che il compagno di quella cliente mi avesse guardata – ha raccontato al ‘Corriere della Sera’ la vittima dell’aggressione – ma credo che la vicenda sia riconducibile ad un profondo malessere vissuto da questa donna, che si è presentata alle casse in maniera maleducata, agitata, offendendomi pesantemente e alla fine colpendomi con violenza. Credo che questa persona, oltre a dover rispondere, come avvenuto nelle sedi opportune, debba però anche venir aiutata»”
La dipendente del supermercato ha rivelato di essere attiva da tempo nel mondo dell’associazionismo che si batte contro la violenza di ogni tipo “certamente quella di genere, ma anche in senso lato” e si appella alle istituzioni affinché si occupino “di chi risulta responsabile di atteggiamenti violenti: questa donna va aiutata affinché quanto successo a me non si ripeta”.