Farina di mais di Molino Riva ritirata dai supermercati per aflatossine: rischio chimico secondo il Ministero
Il Ministero della Salute ha richiamato della farina di mais dai supermercati per possibile presenza di aflatossine: quali sono i rischi
Rilevata la presenza di aflatossine. La farina di mais di Molino Riva è stata ritirata dai supermercati per rischio chimico. Il richiamo è stato disposto dal Ministero della Salute, lo scorso 30 ottobre. Ecco cosa fare se avete acquistato il prodotto.
- Qual è il lotto di farina di mais che conterrebbe aflatossine
- Cosa fare se si è acquistata la farina di mais richiamata
- Cosa succede se ingeriamo aflatossine
- Cosa fare se un cibo è ammuffito
- Come conservare gli alimenti ed evitare la muffa
Qual è il lotto di farina di mais che conterrebbe aflatossine
Il Ministero della Salute, nella sua nota informativa, non ha indicato un numero di lotto specifico.
Le informazioni certe sono relative alla sede dello stabilimento e al produttore: Molino Riva Srl, via Provinciale 69 a Garbagnate Monastero, in provincia di Lecco.
La farina di mais per cui il Ministero della Salute ha disposto il richiamo
Come sapere quale confezione contiene aflatossine? Basta guardare la data di scadenza: il rischio chimico riguarderebbe tutte i prodotti con scadenza al 28 agosto 2024.
Cosa fare se si è acquistata la farina di mais richiamata
Se avete acquistato una di queste confezioni di farina di mais, la raccomandazione delle autorità sanitarie è di non consumarla.
È invece opportuno riportare la confezione immediatamente al punto vendita in cui si è comprata.
Cosa succede se ingeriamo aflatossine
Come spiegato dal sito dell’Humanitas, le aflatossine sono delle muffe che fanno parte del gruppo delle micotossine.
Queste micotossine, e sviluppate su un alimento, possono essere fonte di intossicazioni a livello del fegato, dei reni, dei centri nervosi o del tratto digestivo, o addirittura cancerogene.
In particolare, le aflatossine, che sono presenti nei mangimi, nei cereali, nella farina, nel latte e nella frutta secca, colpiscono il fegato.
Cosa fare se un cibo è ammuffito
La prima regola da seguire quando vediamo un cibo ammuffito è quella di non mangiarlo e di buttarlo: eliminare solo la parte deteriorata spesso non ci garantisce che il fungo non abbia intaccato anche il resto del prodotto.
Per esempio, vanno buttati via:
- pane: il fungo che lo ha contaminato è penetrato in profondità (il portapane che lo conteneva va lavato e disinfettato con l’aceto; in estate si consiglia di tenere il pane in frigorifero, perché il calore facilita la formazione di batteri e funghi);
- formaggi: se quelli in frigo presentano macchie anomale è sicuramente meglio non mangiarli. Nel caso di formaggi stagionati è sufficiente eliminare la parte ammuffita, mentre lo yogurt e i formaggi freschi (ricotta e mozzarella) non sono più commestibili;
- marmellate: lo zucchero si lega con l’acqua e impedisce la formazione di tossine, quindi la muffa che si può presentare sulla superficie di una marmellata deve essere eliminata, ma il resto della confettura può essere ancora utilizzato (quelle dietetiche, con poco zucchero, vanno invece buttate);
- frutta e verdura: pesche e pomodori devono essere buttati via; la mela si può mangiare dopo aver eliminato la parte marcia;
- frutta secca e spezie: da buttare quando compare la muffa;
- carne e pesce: al primo cenno di contaminazione questi prodotti vanno assolutamente gettati.
Come conservare gli alimenti ed evitare la muffa
Come prevenire la formazione della muffa? Coprendo i cibi da conservare in frigorifero con pellicole e coperchi o in contenitori chiusi e tenerli separati.
È importante che nelle zone in cui si sono formate le muffe si pulisca e si disinfetti: alcune spore potrebbero aver contaminato altri prodotti vicini.