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Emanuela Orlandi e il dossier trovato in Vaticano, le parole sprezzanti del fratello Pietro: cosa ha detto

Il dossier sul caso di Emanuela Orlandi esiste e si trova in Vaticano. Dopo la rivelazione di Giani e Diddi Pietro Orlandi commenta sprezzante

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Pietro Orlandi e l’avvocata Laura Sgrò lo sostenevano da anni: ora, dopo quanto riferito dall’ex comandante della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani e che ha trovato conferma in una dichiarazione pubblica del promotore di Giustizia Alessandro Diddi, tutti i dubbi sull’esistenza di un dossier sul caso di Emanuela Orlandi in Vaticano sono in via di dissoluzione. All’interno delle mura leonine, dunque, sarebbe presente un fascicolo che riguarda la 15enne scomparsa il 22 giugno 1983 dopo una lezione di musica.

Il commento di Pietro Orlandi

Pietro Orlandi, da 40 anni in prima linea con la sua battaglia per trovare la verità sulla sorella Emanuela, non ha potuto non commentare le notizie su quanto dichiarato da Giani prima e da Diddi poi.

Il fratello di Emanuela Orlandi ha affidato ai social, nelle storie Instagram e Facebook, il suo commento. “Facciamo finta di credere che l’abbiano trovato ora e che non stava già in Segreteria di Stato dal 2012, ma va bene”, ha scritto.

Emanuela Orlandi dossier Vaticano fratello Pietro OrlandiFonte foto: ANSA
Il 22 giugno 1983, a soli 15 anni, è scomparsa Emanuela Orlandi. Dalle mura vaticane la svolta: “Abbiamo trovato il dossier”, la reazione del fratello Pietro: “Facciamo finta che l’abbiano trovato ora”

Ancora: “L’importante è che ora hanno ammesso di averlo, anche se dicono che ‘il contenuto è riservato’. E naturalmente speriamo non modificato”.

A riaccendere l’attenzione sul dossier Orlandi, a questo giro, non è stato il fratello Pietro né Laura Sgrò: il caso è riemerso dopo l’audizione di Domenico Giani davanti alla commissione bicamerale d’inchiesta e dopo la conferma arrivata da Alessandro Diddi.

Le dichiarazioni di Domenico Giani: “Non era un’indagine”

Come fa notare l’avvocata Laura Sgrò all’Ansa “la famiglia Orlandi ha fatto richiesta di prendere visione ed estrarre copia di questo fascicolo sin dal 2017“, e chi segue il caso e chi partecipa agli incontri con Pietro Orlandi in occasione del triste anniversario della scomparsa sa bene che da anni il fratello di Emanuela non fa che parlare di questo dossier. Ma di cosa si tratta?

Giovedì 21 novembre Domenico Giani, ex comandante della Gendarmeria Vaticana, è stato ascoltato dai commissari dell’inchiesta bicamerale sui casi Orlandi e Gregori. Giani ha parlato di una “ricostruzione storica” che nel 2012 avrebbe fatto su richiesta di padre Georg Gaenswein, allora Segretario di Stato di Papa Benedetto XVI. “Non era un’attività giudiziaria – quindi non un’indagine, nda – ma un’attività informativa per ricostruire una serie di elementi”.

La Segreteria di Stato avrebbe quindi chiesto a Giani di prendere contatto con Giancarlo Capaldo, l’ex pm che dal 2009 al 2015 è stato contitolare dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Che fosse una “ricostruzione storica” o una “attività informativa”, secondo le parole di Giani in Vaticano esisterebbe dunque un incartamento che riguarda la 15enne scomparsa nel 1983. La notizia, ovviamente, ha provocato una detonazione.

La conferma di Alessandro Diddi: “Abbiamo trovato il dossier”

A soffiare sul fuoco della speranza sono state le parole pronunciate da Alessandro Diddi il 27 novembre in occasione della presentazione del libro Il Trono e l’Altare. Guerra in Vaticano di Maria Antonietta Calabrò: “Esiste il dossier cui allude Pietro Orlandi, quello di cui parlò Gabriele, lo abbiamo trovato“.

Tuttavia Diddi sottolinea che “il contenuto è riservato” e che “se la commissione vuole i documenti serve una rogatoria“, trattandosi di documenti presenti all’interno dello Stato Vaticano, fuori dalla giurisdizione dello Stato italiano. Ma qual è la storia del dossier?

Il dossier su Emanuela Orlandi in Vaticano

A parlare per primo di un dossier Orlandi era stato Paolo Gabriele, l’ex maggiordomo di Benedetto XVI finito al centro dell’inchiesta Vatileaks. Gabriele aveva riferito di averlo visto sul tavolo di Gaenswein, ma quest’ultimo e monsignor Sergio Pagano hanno negato più volte.

Ora di questo dossier è stata confermata l’esistenza, e proprio perché Diddi ha precisato che per acquisire i fascicoli sia necessaria una rogatoria l’avvocata Sgrò all’Ansa spera, a nome degli Orlandi, che “la Procura di Roma nonché la Commissione Parlamentare di inchiesta si attivino quanto prima per chiedere l’acquisizione di questo fascicolo”.

emanuela-orlandi-dossier-vaticano-fratello-pietro-orlandi-2 Fonte foto: ANSA
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