Erri De Luca sui migranti morti in Grecia: "Mediterraneo fossa comune, Governi miserabili, non c'è umanità"
Le parole dello scrittore Erri De Luca dopo il tragico naufragio del peschereccio in Grecia. A bordo dell'imbarcazione viaggiavano oltre 700 persone
Lo scrittore Erri De Luca non si gira dall’altra parte e interviene duramente sui migranti morti in Grecia, in seguito a uno dei naufragi più tragici della storia del Mediterraneo. “Abbiamo falsificato le leggi del mare costringendo il Mediterraneo a essere una fossa comune”, dice in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘L’Unità’. De Luca punta il dito contro i governi dopo la tragica morte di decine o forse centinaia di migranti a bordo di ‘Adriana’, il peschereccio affondato al largo del Peloponneso, in Grecia.
- Erri De Luca denuncia l'assenza di "umanità"
- Lo scrittore si scaglia contro i governi
- Il naufragio al largo del Peloponneso
Erri De Luca denuncia l’assenza di “umanità”
A distanza di due giorni dal terribile naufragio nel Mediterraneo, al largo del Peloponneso, lo scrittore Erri De Luca ha rilasciato un’intervista al quotidiano ‘L’Unità‘ in cui denuncia l’assenza di “umanità” nelle politiche dei governi.
Secondo le testimonianze delle persone a bordo, nel peschereccio ci sarebbero state oltre 700 persone. Tra questi, almeno un centinaio di bambini.
Il peschereccio ‘Adriana’ con centinaia di persone migranti a bordo
Attualmente però sono solo 78 i corpi restituiti dal mare. Mentre ammontano ad appena 104 le persone certamente sopravvissute.
Lo scrittore si scaglia contro i governi
Secondo Erri De Luca, “i governi si occupano a stento e con insufficienza dei propri cittadini”. Per i fenomeni che non sanno gestire, invece, “ricorrono al falso termine di emergenza“, dice lo scrittore.
Ma parlare di emergenza, sostiene De Luca, è fuorviante perché non può considerarsi tale “un fenomeno che si manifesta regolarmente da decenni”.
Lo scrittore aggiunge che per i naufragi come quello in Grecia si dovrebbe parlare di “incapacità”, perché “si tratta di volontari ritardi, di omissioni di soccorso, di respingimenti illegali appaltati a varie piraterie libiche mercenarie”.
E aggiunge: “I governi credono di ridurre l’impatto dei flussi migratori con miserabili ostruzionismi e scarichi di responsabilità tra loro”.
Il naufragio al largo del Peloponneso
Le ricerche in mare non stanno dando buoni frutti. Nella notte tra il 15 e il 16 giungo, infatti, non sono stati trovati altri sopravvissuti né altri corpi oltre ai 78 morti accertati.
È possibile, quindi, che le storie di centinaia di persone non verranno mai alla luce. “La disperazione è la forza motrice di questi viaggi allo sbaraglio”, ha ricordato Erri De Luca.
Il naufragio al largo del Peloponneso, in Grecia, si è verificato nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 giugno a circa 70 chilometri a sud ovest di Pylos.
Il peschereccio ‘Adriana’ sarebbe partito da Tobruk, nella Libia orientale, ed era diretto sulle coste italiane, probabilmente in Calabria.