Dipendenti dei centri migranti in Albania licenziati, Schlein attacca Meloni e accusa: "Gestione catastrofica"
I centri per migranti in Albania si svuoteranno da sabato 15 febbraio, dopo che centinaia di dipendenti sono stati licenziati. L'attacco di Schlein
Il ministro Piantedosi smentisce la chiusura dei centri migranti in Albania, dopo che i dipendenti della società Medihospes sono stati licenziati per inattività. L’opposizione, guidata da Elly Schlein, critica il fallimento del progetto, definendolo uno spreco di risorse. Nel frattempo, il governo valuta nuove modifiche per rilanciare il piano, mentre cresce il dibattito sui costi e l’efficacia della misura.
Polemiche per i centri migranti in Albania
I centri migranti in Albania rimangono e non saranno svuotati, almeno secondo quanto afferma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Si parla, al momento, solamente degli agenti di sorveglianza e qualche medico “superstite”, dato che da sabato 15 febbraio mancheranno un centinaio di risorse della Medihospes, la società che gestisce i centri di Shengjin e Gjader.
I dipendenti sono stati infatti licenziati a causa dell’inattività prolungata di queste strutture, rimaste operative solo per due settimane da ottobre.
Fonte foto: ANSA
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi
I dipendenti licenziati
Secondo quanto riportato da Il Domani, l’eventuale approvazione della modifica relativa ai Cpr, su cui si sta lavorando da giorni, renderebbe necessaria l’indizione di un nuovo appalto con requisiti completamente diversi.
In Italia, infatti, la gestione dei Centri per il rimpatrio è affidata a società private e multinazionali, con costi già molto elevati (30 milioni di euro in due anni per i 10 Cpr italiani), che in Albania sarebbero addirittura triplicati.
Per quanto riguarda il licenziamento di quasi tutti i lavoratori impiegati nei centri albanesi, Medihospes ha spiegato nella comunicazione ufficiale ai dipendenti che la decisione è stata presa a causa di “una serie di pronunce giudiziarie contraddittorie” oltre alla momentanea impossibilità di accogliere nuovi flussi di migranti.
Nella stessa lettera, l’azienda precisa che i contratti “sono considerati risolti a partire dal 15 febbraio, in attesa di una soluzione giuridica stabile e definitiva”.
La critica di Elly Schlein
“Con le lettere di licenziamento ai lavoratori dei due centri in Albania tanto voluti da Giorgia Meloni arriva anche l’ennesima certificazione del fallimento di questa operazione che calpesta i diritti fondamentali e le leggi italiane ed europee” ha attaccato Elly Schlein.
La segretaria del Pd ha quantificato lo spreco economico in “800 milioni di euro degli italiani che si potevano usare per assumere medici e infermieri, e di risorse umane, con centinaia di esponenti delle forze dell’ordine tenuti in Albania a sorvegliare una prigione vuota”.
Schlein punta il dito contro la premier Meloni, la quale aveva assicurato che l’investimento sui centri in Albania avrebbe prodotto un sistema funzionante. “Oggi, insieme alla liberazione di Almasri – uno dei più crudeli trafficanti di esseri umani -, sono la rappresentazione plastica della catastrofica e inumana gestione del suo governo del fenomeno migratorio. Basta, si fermi” ha ammonito.
