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Covid, terapie intensive "in affanno": l'allarme dell'esperta

Le "terapie intensive iniziano ad essere in affanno": Flavia Petrini del Cts ha lanciato un appello ai cittadini a rispettare le misure anti contagio

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“I numeri sono ancora sostenibili, ma le terapie intensive iniziano ad essere in affanno“. Così all’Adnkronos Flavia Petrini, presidente della Società italiana di anestesia, rianimazione e terapia intensiva Siaarti e membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus.

L’esperta ha lanciato l’allarme riguardo all’aumento di malati di Covid-19 nei reparti di terapia intensiva, spiegando che una ulteriore crescita manderebbe in difficoltà gli ospedali italiani. In particolare i percorsi ospedalieri non Covid, come successo durante la fase più critica della pandemia.

“I numeri di ieri – ha detto Petrini – parlano di 323 pazienti in terapia intensiva, ma si tratta di dati fluidi. Se gli ospedali da campo sono una misura di emergenza, noi dovremmo essere pronti il più rapidamente possibile. E oltre ad identificare i Covid hospital in tutte le regioni, vorremmo salvaguardare i percorsi non Covid“.

“Stiamo vedendo adesso – ha spiegato la presidente della Siaarti – gli effetti della superficialità dell’estate. Dobbiamo restare vigili per consentire agli ospedali di organizzarsi. Un’operazione complessa, che non si esaurisce nell’allestimento di nuovi posti letto nelle terapie intensive, ma deve tenere conto anche della necessità di formare e distribuire il personale”.

Se alcune Regioni sono più avanti, anche perché più colpite nella fase acuta dell’emergenza, l’obiettivo – sottolinea – è evitare che si vada in affanno in altre regioni, penso a quelle del Sud, meno colpite nella prima fase, ma che ora devono prepararsi”.

L’estate è stata caratterizzata da una grande superficialità“, ha detto Petrini, che ha rivolto un appello ai cittadini: “È importante adesso rispettare le misure, come anche scaricare la App Immuni, per dare tempo agli ospedali di organizzarsi e prepararsi”.

“C’è una trasmissione del virus diffusa ma ancora sostenibile al momento in Italia, rispettiamo le misure ed evitiamo che il virus si moltiplichi”.

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