Cina, malati Covid sui marciapiedi: ospedali al collasso, si temono quasi 2 milioni di morti in 4 mesi
Cosa sta succedendo realmente in Cina? Si teme una catastrofe e si stima oltre un milione di morti entro aprile
7 dicembre 2022, data cruciale per il popolo cinese: quel giorno il governo di Pechino ha annunciato le “dieci nuove regole” sul Covid ed ha, di fatto, allentato le misure assai stringenti sulla pandemia. Una sorta di “liberi tutti” dopo tre anni di politica “zero Covid” e di lockdown. I vertici governativi sicuramente non immaginavano che, a distanza di un mese, il Paese si sarebbe ritrovato travolto da una nuova ondata di contagi e ospedalizzazioni. Ora, da quel poco che trapela dall’Oriente, è allarme rosso.
- Covid Cina, le comunicazioni ufficiali e 'l'altra' verità
- Cina, a Shangai persone curate sui marciapiedi
- Covid Cina, la spiegazione di Alberto Mantovani
Covid Cina, le comunicazioni ufficiali e ‘l’altra’ verità
Non è un mistero che la comunicazione di Pechino sia opaca circa il reale quadro pandemico. Per questo non ci sono dati precisi e puntuali. Pochi dubbi però sul fatto che il gigante asiatico sia alle prese con una situazione emergenziale. Scampoli di quel che sta capitando vengono offerti dai social cinesi, come ad esempio Weibo (il Twitter locale), dove sono trapelate alcune foto e alcune testimonianze ben diverse dalla versione ufficiale governativa.
Pechino dichiara che tutto è sotto controllo e che ci sono “4 mila nuovi casi giornalieri”, per lo più asintomatici. Gli esperti internazionali sono certi che la realtà sia differente e stimano un milione di nuovi casi al giorno, considerando la popolazione totale di un miliardo e 400 milioni. Non solo: dai social emergono resoconti che narrano di corsie ospedaliere prossime al collasso e di bare accatastate negli obitori.
Cina, a Shangai persone curate sui marciapiedi
A Shanghai in particolare i contagi potrebbero già riguardare fino al 70% della popolazione, con un’incidenza di 20-30 volte maggiore del picco registrato tra aprile e maggio scorsi quando c’era il lockdown. Alcune immagini provenienti dalla metropoli testimoniano quanto tali dati pare che non siano affatto fake news. Ospedali sovraffollati, pazienti stipati ovunque, anziani posizionati su barelle nei corridoi dei reparti, addirittura persone curate fuori dalla struttura e messe su barelle nei marciapiedi antistanti perché all’interno non c’è spazio.
Sempre secondo alcuni esperti, da quando la Cina ha abbandonato la politica “Zero Covid”, almeno 250 milioni di persone si sarebbero infettate (una su sei). Dei ricercatori dell’Università di Hong Kong stimano che un milione di cittadini potrebbe morire per via del coronavirus “entro la fine dell’inverno”. C’è chi ipotizza uno scenario ancor più tragico. La società britannica di analisi mediche Airfinity parla di 1,8 milioni di nuovi casi e 11 mila decessi al giorno. Se la situazione è veramente questa, entro aprile in Cina verrebbero registrati circa 1,7 milioni di vittime.
Covid Cina, la spiegazione di Alberto Mantovani
Sulla situazione cinese, ha parlato Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano. Intervistato da Repubblica ha detto che quel che sta capitando in Cina è allarmante. Secondo l’esperto a mettere al tappeto il gigante asiatico c’è anche la scarsa efficacia dei suoi vaccini.
“Le stime epidemiologiche indipendenti – rileva Mantovani – non sono coerenti con quello che viene dichiarato da quel Paese. Tutta la comunità scientifica pensa che non siano credibili, ad esempio, i dati di mortalità che vengono diffusi. Il punto è che i loro vaccini sono meno efficaci. Una nostra ricerca, coordinata da Maria Rescigno, ha valutato 7 vaccini in quattro Paesi diversi. Quelli cinesi testati nello studio non hanno la stessa capacità di indurre gli anticorpi di quelli basati sull’Rna messaggero“.
Non solo cattive notizie: “Intanto, abbiamo ancora a che fare con quello che qualcuno ha definito “sciame” di varianti di Omicron. Alcune hanno avuto una maggiore attenzione ma vengono tutte dallo stesso tipo di virus. Ebbene, i vaccini sono efficaci per contrastarle”.
Il Covid è mutato ed è cambiata anche la strategia per contrastarlo. Cosa bisogna fare e cosa non fare? “A me spiace un po’ che si continui a dare il messaggio che quella contro il coronavirus è una quarta dose e basta. In realtà è più di un richiamo perché il respiro della risposta immunitaria che produce il bivalente è in grado di intercettare anche nuove varianti. Bisogna insistere sulla necessità di fare il vaccino”.