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Chiara Bordi da Miss Italia a Le Iene: il monologo dell'attrice sulla protesi alla gamba dopo l'incidente

L'attrice e modella Chiara Bordi, da Miss Italia a Le Iene: il suo monologo sulla protesi a una gamba dopo l'incidente e sull'abilismo. Cos'è

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L’attrice e modella Chiara Bordi, diventata famosa al grande pubblico per essere stata, nel 2018, la prima ragazza con protesi ad accedere alle finali di Miss Italia, ha raccontato la sua storia nel corso della puntata di ‘Le Iene‘ di martedì 16 gennaio.

Il monologo di Chiara Bordi a Le Iene: l’incidente e la protesi

Il monologo di Chiara Bordi nella trasmissione ‘Le Iene’ si è aperto così: “Stavo per compiere 13 anni quando un incidente mia ha portato all’amputazione di una gamba. Qualcuno di voi penserà ‘Poverina’, ma vi prego di non farlo”.

Poi ha aggiunto: “Io ho accettato il mio corpo, ma spesso sono stati gli altri a mettermi i bastoni fra le ruote. Quando iniziavo a guardarmi allo specchio con orgoglio, arrivava sempre qualcuno che mi diceva: ‘Che bella che sei, nemmeno si vede che hai una protesi’. Come se il fatto che la mia disabilità non si vedesse fosse un complimento. Mentre mi confrontavo alla pari, c’era sempre qualcuno pronto a guardarmi con pietà. Come se utilizzare una protesi fosse una condanna e non semplicemente un altro modo per muoversi nel mondo”.

Il monologo di Chiara Bordi a Le Iene: gli inizi da attrice

Nel suo monologo, Chiara Bordi ha parlato anche del suo percorso da attrice: “Quando ho iniziato a recitare, nelle interviste si finiva sempre a parlare di quello. E io mi chiedevo: ‘Ma le mie capacità vengono viste?'”.

Ancora Chiara Bordi: “Quando ho raggiunto dei traguardi, c’è stato spesso qualcuno pronto a dire: ‘Che brava che sei arrivata fin qui, io al posto tuo mi sarei buttato dal balcone’. Come se avere una disabilità fosse peggio di morire…”.

Il monologo di Chiara Bordi a Le Iene: combattere l’abilismo

Chiara Bordi ha spiegato durante la trasmissione ‘Le Iene’: “Queste violenze hanno un nome. Si chiama abilismo. Sebbene sia grave quanto il sessismo, l’omofobia o il razzismo, pochi lo conoscono e tantissimi lo incoraggiano. È lo stigma per cui la disabilità è vista come un difetto e non come un aspetto della varietà umana. Tutti lo abbiamo interiorizzato, io compresa, ed è compito di tutti demolirlo”.

La chiosa finale dell’attrice e modella: “Io credo che ci sia una domanda chiave che può essere utile: Mi comporterei allo stesso modo con una persona non disabile? Se la risposta è no, è un problema. Mi chiamo Chiara e tra le varie caratteristiche che ho, ho una protesi. Spero questa sera di avervi fatto riflettere”.

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Chiara Bordi Fonte foto: ANSA
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