Terremoto in Myanmar e Thailandia, anche la suora cugina di Papa Francesco: "Tanta paura, tremava tutto"
Il terremoto in Myanmar e Thailandia ha provocato morte e distruzione. Fra i testimoni anche suor Ana Rosa Sivori, cugina del Papa: il suo racconto
Suor Ana Rosa Sivori, missionaria salesiana e cugina di Papa Francesco, ha raccontato la paura causata dal terremoto che ha colpito Myanmar e Thailandia. La suora si trova a Banpong, distante 100 km dalla capitale tailandese Bangkok, dove non ci sono stati gravi danni ma tantissima apprensione per lei e per le giovani ospiti del convento.
- Terremoto in Myanmar, il racconto della cugina del Papa
- Il sisma vissuto in Thailandia
- La testimonianza degli italiani
Terremoto in Myanmar, il racconto della cugina del Papa
Ana Rosa Sivori è una suora salesiana, ormai tailandese d’adozione, dopo circa 60 anni trascorsi nel Paese asiatico. È anche una cugina di secondo grado di Papa Francesco, ed è fra i testimoni del devastante terremoto che ha colpito Myanmar e Thailandia.
Dal suo racconto traspare il terrore vissuto in quei momenti da lei e le ragazze che studiano nel convento, scappate via spaventate in preda al panico mentre tutto intorno a loro tremava.

Suor Ana Rosa Sivori e Papa Francesco, durante il viaggio in Thailandia del Pontefice nel 2019
“Noi siamo a Banpong, circa cento chilometri da Bangkok e fortunatamente, a parte la grande paura, non abbiamo avuto danni” ha spiegato suor Ana Rosa, ascoltata dall’ANSA. “Quello che colpisce sono le immagini che vediamo in tv, tanta morte e distruzione”.
Il sisma vissuto in Thailandia
Grande spavento a parte, suor Ana Rosa ha chiarito che la situazione a Banpong è meno grave di altre zone del Paese. Inoltre, essendo estate in Thailandia, le ospiti del convento sono in numero minore, comprendendo solo le ragazze che si preparano per l’anno venturo.
“Non ci sarebbero danni neanche nelle altre case delle salesiane nel Paese” ha aggiunto, specificando che gli edifici che ospitano i conventi sono solitamente bassi e quindi a minor rischio crollo.
Ben diversa la situazione che ha potuto apprendere dai media, “immagini di distruzione e anche di confusione perché la gente si è riversata nelle strade cercando posti sicuri. Da noi al momento non c’è niente da temere” ha assicurato.
La testimonianza degli italiani
Diverse testimonianze degli effetti del sisma sono giunte anche da cittadini italiani. È il caso, ad esempio, della sede di Ostello Bello a Mandalay, uno dei centri maggiormente colpiti dall’evento catastrofico.
I gestori milanesi hanno raccontato della devastazione a cui hanno assistito, fra i palazzi che si sono “sbriciolati” davanti ai loro occhi, ponti crollati e altre infrastrutture messe in ginocchio.
Un racconto possibile soltanto perché l’edificio in cui è presente l’ostello, realizzato in cemento armato, è rimasto in piedi, pur destando preoccupazioni per la sua eventuale instabilità.
