Vaccino e trombosi, Bassetti quantifica i rischi: la sua teoria
L'infettivologo Matteo Bassetti ha parlato dei rischi di trombosi legati alla vaccinazione anti Covid
I dati relativi ai casi di trombosi a seguito del vaccino Vaxzevria (AstraZeneca), secondo Matteo Bassetti, “sono esattamente uguali a quelli per la popolazione non vaccinata”. Per l’esperto, quindi, i rischi di trombosi non aumentano dopo l’inoculazione del siero anti Covid. Il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ne ha parlato a Mattino5, facendo il punto della situazione anche in merito ad altri aspetti della vaccinazione.
Vaccino AstraZeneca e trombosi, cosa ne pensa Bassetti
Sul caso AstraZeneca, che ha ricevuto nuovi stop in Germania e Olanda per gli over 60, l’infettivologo Bassetti ha rimarcato: “Ha fatto bene l’Italia a seguire quello che dice l’Ema“, ovvero che “i benefici del vaccino AstraZeneca superano ampiamente i rischi“.
“Le istituzioni non hanno aiutato, Aifa in 3 momenti diversi ha autorizzato il vaccino per 3 categorie diverse. Il dato britannico, con oltre 12 milioni di persone vaccinate tra Inghilterra e Scozia, hanno evidenziato che il vaccino è forte e sicuro”, ha spiegato Bassetti. Nei giorni scorsi, l’agenzia britannica Mhra ha parlato di 30 casi avversi su oltre 18 milioni di vaccini somministrati.
Si può usare un vaccino diverso per il richiamo? Risponde l’infettivologo
Sulla possibilità di usare un vaccino diverso per la seconda dose, Bassetti ha risposto: “In generale sarebbe bene usare lo stesso vaccino per il richiamo. Moderna e Pfizer sono vaccini a Mrna, gli altri sono a vettore virale. Potrebbe bastare anche una sola dose, gli inglesi hanno somministrato la prima dose al maggior numero di persone e hanno rimandato la seconda”.
“Chi ha avuto il Covid – ha ricordato l’esperto – dovrebbe avere una sola dose: chi ha fatto l’infezione, ha la stessa risposta anticorpale se riceve una o due dosi. È inutile, in qualche modo, sprecare una seconda dose”.
“La variante più diffusa che abbiamo in Italia, la variante inglese, è perfettamente coperta dai 3 vaccini in uso e lo sarà anche dal vaccino Johnson & Johnson. Per la variante brasiliana e quella sudafricana, il vaccino potrebbe funzionare meno. Ma stiamo tranquilli: le vaccinazioni di massa sono il modo migliore per contrastare le varianti”.
Quanto dura l’immunità: la teoria di Bassetti
Bassetti, in merito alla durata dell’immunità, ha spiegato che “dopo aver superato il virus potrebbe durare 6-9 mesi. Per il vaccino, si dice dovrebbe durare almeno un anno. Ci sono dati, per il vaccino Moderna, che direbbero che si arriva anche a 2 anni. Lo capiremo strada facendo, controllando le persone che hanno partecipato alla sperimentazione. Credo che con il vaccino covid succederà quello che accade con il vaccino per l’influenza, va fatto uno ogni anno. I virus mutano, cambiano faccia: dobbiamo essere in grado di intercettare eventuali cambiamenti”.
“Quando avremo il 70-75% della popolazione vaccinata – ha concluso l’esperto – se qualcuno si infetta non sarà un gran problema”.