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Seconda dose con un vaccino diverso, via ai test: l'idea di Vaia

Grazie a una collaborazione tra Italia e Russia, il professor Francesco Vaia ha messo a punto un esperimento per capire come abbinare vaccini diversi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha parlato di un nuovo esperimento che coinvolge anche il vaccino italiano anti Covid per capire se sia possibile iniettare un siero diverso per la seconda dose. Vaia ha parlato anche della collaborazione e con Gamelaya, che prevede l’arrivo di tre scienziati russi per indagare se il vaccino Sputnik possa sconfiggere anche le varianti del coronavirus.

Collaborazione Italia-Russia, Vaia risponde alle polemiche

Vaia, intervistato dal Messaggero, ha subito chiarito: “Il vaccino deve essere sicuro ed efficace, non importa dove viene prodotto. La scienza deve essere neutra. Per questo, esclusivamente attraverso i canali diplomatici, ci siamo messi in contatto con Gamaleya”. “E nell’ultimo confronto, abbiamo deciso di iniziare una sperimentazione insieme per valutare l’effetto di Sputnik con le varianti”.

La collaborazione con Mosca, per Vaia, “è la dimostrazione concreta che la scienza fa superare tutte le barriere. Le dichiarazioni di Angela Merkel e Mario Draghi mi hanno fatto estremo piacere, sono la dimostrazione che quando la scienza vuole, quando veramente è neutra, disinteressata, fuori dalle logiche geopolitiche e industriali, può fare bene. Conduce la politica su strade giuste. Tutto questo ci può portare molto lontano, consentire all’Europa di avere milioni di dosi di vaccino. E le industrie italiane, a partire da quelle laziali, se ci sarà l’opportunità, potranno produrre dei vaccini, ovviamente quelli che risulteranno essere i migliori. Non per forza Sputnik, sia chiaro”.

Seconda dose con un vaccino diverso: l’esperimento di Vaia

In merito al nuovo test per capire se si possano abbinare vaccini diversi per la seconda dose, Francesco Vaia ha raccontato: “Valuteremo anche la possibilità di rivaccinare con tre modalità chi ha partecipato alla sperimentazione del vaccino di Reithera».

“Il piano è rivaccinare una parte di volontari, oltre che con il placebo, sempre con Reithera che ha un adenovirus del gorilla, un’altra parte con Sputnik V che usa l’adenovirus umano, infine un ultimo gruppo con una dose di un vaccino a mRna messaggero, come Pfizer e Moderna. Questo può servire a comprendere se, come seconda dose, si può abbinare a Reithera un altro tipo di vaccino. Ripeto: noi non facciamo politica, ma scienza”.

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