Svolta nell'omicidio di Alessio Cini ad Agliana, fermato il cognato Daniele Maiorino: l'eredità come movente
Agliana: svolta nell'omicidio di Alessio Cini, il cui cadavere era stato trovato parzialmente carbonizzato. Fermato il cognato
Svolta nell’omicidio di Alessio Cini. L’uomo, 57 anni e originario di Prato, risiedeva ad Agliana (Pistoia). Il suo cadavere, parzialmente carbonizzato, era stato trovato dalla figlia adolescente nelle prime ore di lunedì 8 gennaio nel giardino di casa, in località la Ferruccia. Per l’uccisione di Cini, nella notte tra il 18 e il 19 gennaio, è stato arrestato suo cognato, Daniele Maiorino, 58 anni.
- Omicidio di Agliana: fermato il cognato di Alessio Cini
- Maiorino ha dato fuoco a Cini mentre era ancora vivo
- Omicidio aggravato dalla crudeltà
- L'intervista di Maiorino a Ore 14
Omicidio di Agliana: fermato il cognato di Alessio Cini
La Procura diretta da Tommaso Coletta ha disposto il fermo di Maiorino, anche lui originario di Prato e vicino di casa di Cini.
Il delitto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che hanno lavorato al caso, sarebbe stato pianificato e compiuto per entrare in possesso dell’eredità del cognato.
Maiorino è accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela con la vittima e dall’aver agito con sevizie e crudeltà.
Maiorino ha dato fuoco a Cini mentre era ancora vivo
Maiorino avrebbe ucciso Cini prima colpendolo con una spranga alla testa e poi dandogli fuoco quando era ancora vivo. Questo è ciò che è emerso dall’autopsia.
Il 57enne è stato aggredito intorno alle 5,30 dell’8 gennaio, mentre stava uscendo di casa per portare il cane a passeggio.
Durante le prime fasi delle indagini gli investigatori notarono che i vicini non avevano udito il cane abbaiare. Segno che a muoversi era stato qualcuno che Cini conosceva.
Il corpo dell’uomo è stato trovato nel giardino della sua villetta. Una videocamera aveva immortalato il momento dell’omicidio.
La procura di Pistoia ha spiegato che le indagini tecniche hanno riguardato le intercettazioni ambientali dell’indagato. Il quale parlava spesso con sé stesso a voce alta, altro elemento che ha permesso agli investigatori di ricostruire i momenti dell’omicidio.
Il movente sarebbe economico. L’indagato si trovava in una situazione difficile e una aspettativa ereditaria gli avrebbe portato benefici indiretti.
Omicidio aggravato dalla crudeltà
L’accusa contestata a Maiorini è di omicidio aggravato dalla crudeltà.
In un primo momento, per la sua morte era stata ipotizzato il suicidio, ma l’autopsia ha poi svelato che l’uomo era stato brutalmente aggredito e poi dato alle fiamme: secondo i rilievi, sarebbe stato ancora vivo per quanto incosciente o semi incosciente.
L’intervista di Maiorino a Ore 14
Maiorino aveva rilasciato un’intervista a Ore 14, trasmissione Rai in cui aveva ricordato il cognato: “Una persona stupenda. Quella notte era su con la figlia, noi abitiamo al piano di sotto. Ho visto l’ambulanza la mattina presto. Lui era una bravissima persona, anche se questa casa era all’asta”.
La figlia di Cini era stata affidata proprio alla famiglia di Maiorino. “Nemici non ne aveva”, aveva detto al giornalista Fabio Giuffrida. “Chi è stato? Posso immaginare ma non posso parlare”, aveva risposto sibillino.