Strage di Altavilla Milicia, parla la cognata di Antonella Salamone: "I coniugi la insultavano in preghiera"
La cognata di Antonella Salamone racconta i giorni precedenti la strage di Altavilla Milicia: "La coppia la insultava durante la preghiera"
Nuove sfumature si aggiungono alla materia oscura che ancora avvolge la strage di Altavilla Milicia, una tragedia che ha scosso la provincia di Palermo e tutta l’Italia per il tragico epilogo e per gli inquietanti dettagli che da quel maledetto 11 febbraio, giorno in cui sono uscite le prime notizie, si aggiornano di settimana in settimana.
Nello studio di ‘Quarto Grado’ arriva Lucia D’Amato, cognata di Antonella Salamone, che non riesce a trattenere il dolore per il drammatico bilancio della mattanza. Lei e Antonella avevano un rapporto stretto, e Lucia D’Amato racconta che Antonella le aveva chiesto un parere sulla coppia.
La “coppia”, quasi un’antonomasia con la quale oggi indichiamo Sabrina Fina e Massimo Carandente, i coniugi di Palermo arrestati dopo la confessione di Giovanni Barreca. Parliamo di “materia oscura” intorno alla vicenda, perché sono chiare le azioni ma non si può dire altrettanto sui ruoli delle persone arrestate, compresa la figlia 17enne di Barreca.
Antonella Salamone aveva spiegato alla cognata che suo marito, Giovanni Barreca, aveva invitato la coppia in casa per organizzare una preghiera. Durante l’incontro, però, “hanno iniziato ad insultarla e hanno detto a suo marito che lei aveva il demone“. Quindi il parere della cognata: “No, Anto, secondo me queste persone non vanno bene”. Il resto della storia è cosa nota: Antonella Salamone e i suoi figli Kevin ed Emmanuel Barreca sono morti in un’escalation che i Barreca superstiti hanno chiamato esorcismo.