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Psicosi virus, mascherine introvabili: spuntano venditori abusivi

Tanti gli aspetti paradossali della dilagante isteria per il coronavirus e c'è chi specula e fa affari

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Fa male dirlo ma ogni fenomeno esteso, addirittura a livello mondiale, come sta succedendo per il coronavirus, porta con se un business. Diretto o indiretto, e che si presta anche a speculazioni e truffe di ogni tipo. Come sta accadendo, ad esempio, per il commercio delle mascherine, diventate introvabili in farmacia ma che spuntano in vendita un po’ ovunque, anche a contrabbando

Sold out nel giro di pochi giorni. Le mascherine che proteggono le prime vie respiratorie, bocca e naso, sono state oggetto di razzia in farmacia, parafarmacia e nei negozi di articoli sanitari, già nei primi giorni dell’emergenza coronavirus in Cina. Le vendite sono salite alle stelle e le scorte si sono esaurite in poche ore non appena sono circolate le prime notizie dei due casi scoperti in Italia, a Roma.

C’è chi ha fatto scorta e chi è rimasto senza. Mascherine introvabili quindi. E c’è chi se ne approfitta. Come documentato da Repubblica Roma, i venditori abusivi della stazione Termini, nella Capitale, ne hanno approfittato all’istante, della crisi sanitaria, ed hanno messo in vendita le mascherine, a turisti, pendolari e semplici cittadini alla disperata ricerca di una protezione. Costo? Variabile, più alto che in farmacia ovviamente ma qualcuno ha fiutato l’affare più di altri, e le vende addirittura a 10 euro!

Impossibile fermare la psicosi galoppante. Nonostante gli avvertimenti e gli appelli del Ministero della Salute e dei medici in prima linea. “Al di fuori dell’area di contagio del coronavirus, le mascherine non servono proprio a nulla” come ha sottolineato il dottor Giovanni Maga, il direttore dell’istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia.

Ironia della sorte… Chissà se le persone che si stanno affannando alla ricerca delle mascherine sanno che quelle in commercio, per buona parte, sono prodotte proprio in Cina e, ancor più paradossale, arrivano dalla regione cinese di Wuhan, che si è rivelata essere il principale focolaio dello stesso virus.

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Coronavirus: Archeologi, mascherine nei musei Fonte foto: Ansa
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