Orlando, suicida a 18 anni: cade l'ipotesi di bullismo. La nuova pista

Orlando Merenda, il 18enne che si è tolto la vita gettandosi sotto un treno lo scorso 20 giugno, forse era vittima di un ricatto. È questa la nuova ipotesi, come riporta La Repubblica, su cui si stanno concentrando le indagini della pm Antonella Barbera.

Non sono più ritenute plausibili le ipotesi di bullismo e omofobia, inizialmente prese in considerazione dopo che la morte di Orlando aveva sconvolto la sua famiglia e la scuola che frequentava.

La preside della scuola: “Orlando era un ragazzo splendido”

Il Corriere della Sera riporta le parole della preside dell’istituto che frequentava il giovane: “Era un ragazzo splendido e perfettamente a suo agio nell’ambiente scolastico. Siamo molti vicini alla famiglia. I suoi compagni sono rimasti profondamenti turbati. Il nostro compito di educatori è proteggerli e accompagnarli in un percorso che li aiuti ad affrontare il dramma”.

Aperto fascicolo per “istigazione al suicidio”

Se da un lato Orlando appariva perfettamente integrato nel contesto scolastico, dall’altro emergono ombre sulla sua vita personale. Ad amici e docenti avrebbe confidato di sentirsi incompreso da qualcuno, soprattutto in merito alla sua omosessualità, ma non è chiaro a chi si riferisse e se questa persona possa avere una qualche responsabilità.

La Repubblica riferisce che Orlando avrebbe avuto paura di finire in una situazione più grande di lui e da cui voleva fuggire. Si farebbe strada, dunque, l’ipotesi di “istigazione al suicidio” per la quale è stato aperto un fascicolo.

Restano ancora tante ombre e tanti dubbi da chiarire sulla morte di Orlando Merenda, su cui la madre chiede di sapere la verità.

Fonte foto: ANSA