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Natalina Orlandi sullo zio e le molestie: "Ci provò qualche giorno. Me ne parlò Becciu, mi sembrò un ricatto"

Natalina Orlandi si è detta sicura che lo zio non abbia nulla a che fare con la scomparsa di Emanuela e che non l'abbia mai molestata

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La sorella di Emanuela Orlandi, Natalina, ha tentato di fare chiarezza sulla notizia, circolata negli scorsi giorni, delle molestie subite in passato dallo zio, ormai defunto. Orlandi ritiene impossibile che anche la sorella Emanuela fosse stata molestata dall’uomo e ha parlato, invece, di un ricatto da parte del cardinale Becciu per far uscire allo scoperto questa storia.

Le molestie dello zio

In una conferenza stampa di martedì 11 lulgio, Natalina Orlandi, sorella maggiore di Emanuela, ha parlato delle molestie da parte dello zio quando lui aveva 50 anni e lei 21.

Allora, a quanto risulta, aveva descritto gli atteggiamenti dello zio come “morbose attenzioni”, adesso ha parlato, invece, di un “approccio verbale”.

emanuela orlandi molestie zioFonte foto: ANSA
Pietro Orlandi, Natalina Orlandi e l’avvocata di famiglia Laura Sgrò in conferenza stampa l’11 luglio

“Non ero una bambina anche se ingenua. All’epoca mi sentii a disagio, oggi mi ci farei una risata sopra”.

L’approccio dell’uomo consisteva in “battute, complimenti, ci provava in modo un po’ infantile. Durò qualche giorno, capì che non c’era trippa per gatti e finì lì”. Un comportamento che oggi, dopo 40 anni, Natalina Orlandi vede soltanto come “uno scivolone. Era sposato, aveva già i figli”.

Nessun altro in famiglia venne a saperlo, perché “se mi fossi sentita in pericolo, lo avrei detto – ha dichiarato la donna -.  Ne parlai al mio fidanzato, oggi mio marito, e al nostro confessore di famiglia che mi suggerì i comportamenti giusti”.

Anche la notizia che lo zio le avesse imposto di non parlare per tenere il lavoro alla Camera è, per la donna, totalmente infondata: “Non sta in piedi perché avevo vinto un concorso”.

Il vero ricatto, invece, sarebbe arrivato, secondo Natalina, dal cardinale Becciu. “Nel 2017 venni contattata dal sostituto della segreteria di Stato, monsignor Becciu. Disse che mio fratello insisteva per accedere ai loro archivi e alluse al fatto che anche questo episodio sarebbe venuto fuori. Mi sembrò un ricatto”.

La scomparsa di Emanuela

E fu proprio il confessore di famiglia a parlarne per primo al monsignor Casaroli, tre mesi dopo la scomparsa di Emanuela.

Anche in quei momenti, però, Natalina decise di tacere, perché:  “Avrei solo dato a mio padre un dispiacere inutile – ha detto ancora a il Corriere – Mio zio gli era di grande sostegno. Fu la prima persona a cui si rivolse”.

Anche perché Natalina rimane convinta che con la scomparsa della sorella lo zio non abbia nulla a che fare. “Non potere capire cosa significhi veder sparire una sorella. I miei genitori, poverini, erano ormai invisibili, meno male che c’erano persone come lui e altri amici che ci preparavano da mangiare e ci aiutavano. Se mi sono fatta domande? In 40 anni ho ripensato a tutto, non ho risposte ma di lui sono sicura”.

E, interrogata sulla possibilità che lo zio potesse aver molestato anche Emanuela, ha risposto: “Lo escludo, senza dubbi“.

La conferenza stampa

Insieme al fratello Pietro Orlandi e l’avvocata Laura Sgrò, Natalina Orlandi ha partecipato a una conferenza stampa l’11 luglio per presentare il punto di vista della famiglia sull’apertura di una nuova pista contro lo zio per la scomparsa di Emanuela.

“Nella rabbia di ieri sera pensavo ai miei cugini e a mia zia 90enne che di questa storia non hanno mai saputo niente e l’hanno sentita in tv. È stato un tentativo di accusare noi per scagionare altri” ha detto Natalina Orlandi.

Dello stesso parere è anche il fratello Pietro, secondo cui: “Qualcuno in Vaticano cerca un modo per scaricare la responsabilità sugli altri, addirittura sulla famiglia”.

natalina-orlandi-zio Fonte foto: ANSA
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