Migranti bloccati in mare, governo Meloni incassa anche il no della Norvegia: a rischio mille vite
Prosegue il braccio di ferro tra i Paesi europei in merito al soccorso dei migranti nel Mediterraneo
La questione relativa ai migranti soccorsi nel Mediterraneo dalle navi Ong non è ancora stata risolta. C’è in corso un braccio di ferro tra alcuni Paesi europei, con il governo guidato da Giorgia Meloni che non vuole cedere di un millimetro. Dopo la Germania, anche la Norvegia ha detto no alla richiesta dell’Italia di farsi carico dei migranti soccorsi e ormai da più di dieci giorni in mare.
- Il braccio di ferro sui migranti
- Olso allineata a Berlino
- Francia: "Pronti ad accogliere parte dei migranti"
Il braccio di ferro sui migranti
Le persone a bordo delle navi continuano così a rimanere ‘bloccate’, in attesa di un porto di sbarco nel Mediterraneo. Il tutto mentre sale l’allerta meteo, con le previsioni che nelle prossime ore prevedono onde alte sei metri mettendo a rischio mille vite.
Questa la risposta norvegese – rivelata dal talk Il Cavallo e la torre (Rai Tre) – alla richiesta italiana: “La responsabilità primaria nel coordinamento dei lavori per garantire un porto sicuro alle persone in difficoltà in mare è di competenza dello Stato responsabile dell’area di ricerca e salvataggio in cui è stata prestata tale assistenza. Anche gli Stati costieri confinanti hanno una responsabilità in tali questioni. La Norvegia non ha alcuna responsabilità ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi private battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo”.
Olso allineata a Berlino
Oslo, quindi, si allinea a Berlino. Da un lato riconosce “l’importante contributo dell’Italia nella gestione dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo”, dall’altro mantiene un atteggiamento di totale chiusura alla richiesta di Roma agli Stati di bandiera di farsi carico dei circa 1.000 migranti in attesa di sbarco.
Nel frattempo l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni pensa a una nuova mossa drastica, vale a dire quella di chiedere agli Stati di bandiera di far avanzare ai migranti portati in salvo la richiesta di asilo a bordo delle navi. Così facendo si farebbe fin da subito chiarezza circa la competenza sulla loro gestione. Laddove si arrivasse a una simile soluzione, il governo italiano farebbe poi sbarcare le persone salvate in mare nei porti.
Mentre c’è in corso il braccio di ferro, le tre navi umanitarie – Humanity 1, Ocean Viking, Geo Barents – si stanno avvicinando sempre più alle acque territoriali italiane.
Francia: “Pronti ad accogliere parte dei migranti”
Chi invece ha mostrato segnali di apertura è stata la Francia. “Abbiamo detto all’Italia, e lo diciamo insieme alla Germania, che se quella nave umanitaria (Ocean Viking) verrà accolta in Italia, anche noi accoglieremo una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello di questo arrivo di migranti”. Così il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, intervistato da RMC-BFMTV.
“Ho incontrato il nuovo ministro dell’Interno italiano (Matteo Piantedosi,ndr). Non dubitiamo che l’Italia rispetterà il diritto internazionale”, ha aggiunto Darmanin. “Ma diciamo anche all’Italia che il problema della sua geografia, di essere dunque il Paese più vicino a questa nave (umanitaria, ndr), non significa che debba essere lasciata sola”.
Il ministro di Parigi ha anche sottolineato che l’Italia fa una “grande parte di umanità”. “Non dubitiamo un solo istante che l’Italia, membro dell’Unione europea, che ha firmato tutte le convenzioni internazionali”, rispetti il diritto internazionale, ha ribadito Darmanin, che appena pochi giorni fa è stato in visita a Roma con il presidente, Emmanuel Macron.