La benzina sfonda i 2 euro e non si ferma: verso i 2,50 al litro, chi ci guadagna grazie agli aumenti
Chi guadagna dietro all'aumento spropositato del costo della benzina? Un mercato che fa festa, ma i benzinai restano a guardare
Il costo della benzina aumenta sempre più, nonostante tutte le manovre messe in campo dal governo per tentare di calmierare i prezzi. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, con l’aumento dei prezzi del petrolio, i carburanti sono diventati costosissimi per gli italiani che oggi devono far fronte a una spesa che va oltre i 2 euro al litro.
Il prezzo sale giorno dopo giorno e il rischio è che presto si possa arrivare ai 2,50 euro. Ma chi ci sta guadagnando?
Chi guadagna dall’aumento
Secondo un’analisi del settimanale The Economist, oggi chi guadagna tanto dall’aumento della benzina sono le aziende presenti sul mercato della raffinazione. Infatti i margini di chi trasforma il greggio in carburante sono passati negli ultimi due anni da 5-10 dollari al barile fino agli attuali 60. Il motivo va ricercato nella minore disponibilità di prodotti raffinati.
Gli operatori meglio attrezzati si stanno avvantaggiando e l’attuale congiuntura ha determinato per molte aziende profitti inattesi. Secondo gli analisti petroliferi, inoltre, la carenza di capacità di lavorazione ha aggravato un’estrema compressione della disponibilità di prodotti come diesel, benzina e carburante per aerei, incentivando così le raffinerie ad aumentare la produzione e quindi aumentare la domanda di greggio e, dunque, i costi.
È infatti proprio per i maggiori costi della raffinazione che la benzina ha superato i 2 euro al litro, mentre durante la “crisi” di 14 anni fa, quando il prezzo medio del barile era agli stessi livelli di questi giorni, la benzina era arrivata al massimo a 1,4 euro al litro.
E i benzinai?
In molti pensano che a navigare nell’oro ci siano anche i benzinai, ma non è così. Il guadagno c’è, ma è davvero minimo in quanto a loro vanno in media circa 3,5 centesimi al litro. Le spese di ogni tipo fra amministrazione, manutenzione, elettricità, spurgo, imposte, commissioni e via dicendo sono ovviamente alte e da quei 3,5 centesimi bisogna applicare un taglio medio del 77%.
Benzina, l’allarme sull’aumento
La situazione, comunque, non sembra essere delle migliori. Infatti un nuovo allarme stangata è stato lanciato dalla federazione dei gestori degli impianti di carburanti, che ha avvisato sui nuovi rincari.
Gli organi competenti, infatti, avvertono che il prezzo alla pompa potrebbe sfondare il tetto dei 2,50 euro entro l’estate se non venisse rinnovato il forte sconto presente già oggi.