Guerra fra Italia e Svizzera per il gianduiotto Igp: i marchi italiani contro Lindt per la ricetta originale
La disputa tra Italia e Svizzera sul riconoscimento IGP del Gianduiotto: tradizione italiana contro richieste svizzere di ingredienti non tradizionali
La questione del cioccolato ha scatenato una vera e propria querelle tra Italia e Svizzera, con il celebre Gianduiotto al centro di una disputa che ruota attorno alla sua ricetta originale. Da un lato, ci sono i marchi storici italiani produttori del tradizionale cioccolatino piemontese, tra cui spiccano Ferrero, Venchi e Domori, insieme a molti altri. Dall’altro lato, si trova il colosso elvetico Lindt, che si oppone fermamente al riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) per il Gianduiotto di Torino.
- Il percorso del gianduiotto per diventare IGP
- La disputa sul latte
- L'iniziativa da Torino
- La versione della Lindt
Il percorso del gianduiotto per diventare IGP
La situazione attuale vede l’iter per l’ottenimento dell’IGP in uno stato di stallo, con il Comitato del Giandujotto di Torino IGP che ha avanzato una richiesta a cui il gruppo Lindt si oppone.
Il segretario del Comitato del Giandujotto, Antonio Borra, ha chiarito la posizione durante il convegno “Il Cioccolato delle meraviglie: salute, benessere e felicità” tenutosi nell’ambito di CioccolaTò a Torino.
L’iniziativa per il riconoscimento IGP per il gianduiotto è stata promossa da Ferrero e altri marchi italiani
La disputa sul latte
Il punto di contesa principale riguarda l’ingrediente del latte., elemento che è stato aggiunto a partire dalla trasformazione del gianduiotto in un prodotto di massa.
La richiesta del gruppo Lindt di inserirlo tra gli ingredienti previsti dal disciplinare è stata giudicata inaccettabile dal Comitato, che sostiene che il vero Gianduiotto debba essere composto solamente da tre ingredienti: nocciola, zucchero e massa di cacao.
L’iniziativa da Torino
L’idea di ottenere l’IGP per il Gianduiotto torinese è nata nel 2017 ed è sostenuta da quattro facoltà universitarie, aziende di prestigio come Ferrero, Venchi, Domori, Pastiglie Leone e rinomati cioccolatieri come Guido Gobino, Guido Castagna, Giorgio e Bruna Peyrano.
Questa iniziativa è figlia del riconoscimento del gianduiotto come una delle eccellenze del Piemonte e di tutta l’Italia, contribuendo significativamente all’economia. Antonio Borra ha lanciato un appello alla città di Torino e alla Regione affinché intervengano nella disputa.
“Oggi il gianduiotto vale 200 milioni di euro all’anno e un gruppo svizzero non può far naufragare un progetto europeo” ha sottolineato Borra.
La versione della Lindt
D’altro canto, il colosso svizzero del cioccolato sostiene a sua volta di essere l’inventore del Gianduiotto, risalente a un prodotto risalente al carnevale del 1865.
La tesi della Lindt si basa quindi su un cioccolatino realizzato dalla storica azienda torinese Caffarel, successivamente acquisita nel 1997 proprio dal gruppo svizzero.