Governo, Renzi avverte l'esecutivo e consiglia Salvini
Il senatore Iv ha detto la sua sul governo e sulla legge elettorale
Il senatore e leader di Italia Viva Matteo Renzi, dopo il voto di fiducia posto dal Senato alla manovra economica, torna ad avvertire l’esecutivo Conte in vista di un futuro maggiormente propositivo alle riforme e alle richieste delle forze politiche.
Ospite su Radio Rai, Renzi ha dichiarato: “Il Governo ha finito la sua ragion d’essere sulla legge di Bilancio, ora deve decidere cosa farà da grande. Secondo me deve stare attento sulle tasse, l’Italia è ancora in stagnazione, il Reddito di cittadinanza è stato un errore che io abolirei oggi”.
“Bisogna rilanciare l’economia, per esempio sono bloccati i cantieri, per la burocrazia” ha ammesso Renzi.
Il senatore ha poi proseguito: “A gennaio ci sarà il decreto sullo sblocca cantieri, se Salvini vuol dare una mano, lo faccia, anziché lanciare strane ammucchiate. Il punto di fondo è la posizione della Lega verso l’Europa: Salvini a volte sta con Draghi e a volte con Borghi e Bagnai. Se la Lega diventa europeista è fatto positivo”.
Sul leader del Carroccio ha poi dichiarato: “Se Salvini e le opposizioni votassero il piano shock sulle infrastrutture sarebbe positivo: l’ho sempre detto. Dopodiché il campo di gioco con le opposizioni per scrivere regole comuni è tradizionalmente quello della legge elettorale. Salvini è passato in una settimana dal no al Mes a Draghi premier…”.
Legge elettorale, l’idea di Renzi
“La legge elettorale non è una priorità per l’Italia; per il Paese è più interessante lo sblocca Italia” ha proseguito Renzi. Il senatore poi, sulla legge elettorale, ha dichiarato: “Il proporzionale con sbarramento al 5% mi pare che possa andare bene a tutti i partiti, tranne a Leu”.
“Una convergenza sullo spagnolo mi sembra un po’ più complicata perché la Spagna ha votato quattro volte in quattro anni. A me piaceva il doppio turno, ma funziona se c’è un’unica Camera. La soluzione possibile mi sembra modificare il Rosatellum togliendo i collegi e con lo sbarramento al 5%” ha ammesso.
Poi ha aggiunto: “Si andrà a votare, a mio parere, comunque con 600 parlamentari e non più 900, perché il Parlamento si è pronunciato con quattro letture e nessuno voterebbe al referendum contro il taglio. Perciò non penso che vogliano tenere il Rosatellum con i collegi maggioritari”.