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Covid in Italia, quando ci sarà il picco: la nuova previsione

La previsione del fisico Roberto Battiston sul picco dell'epidemia Covid in Italia: spunta una data

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Proprio quando l’ultimo bollettino sull’emergenza coronavirus in Italia ha portato il totale di casi Covid nel nostro Paese a superare la quota di un milione, arriva una nuova previsione sul picco dell’epidemia. Come riporta ‘La Repubblica’, secondo Roberto Battiston, fisico dell’Università di Trento ed ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana, che segue fin dall’inizio l’evoluzione dell’emergenza coronavirus, “l’epidemia sta rallentando e una proiezione basata sui dati attuali colloca il picco al 27 novembre“.

Ancora Battiston, sugli ultimi dpcm adottati dal governo: “Gli effetti si vedono. Per tutta la prima metà di ottobre l’epidemia ha accelerato. Poi sono arrivati i provvedimenti del governo, a cominciare da quello del 12 ottobre, e la tendenza si è invertita. I contagi aumentano ma con un tasso di crescita sempre più lento“.

L’analisi dell’esperto prende in esame la curva degli infetti attivi (cioè chi è positivo a un dato giorno) e quella del tasso di crescita degli infetti attivi.

Battiston ha spiegato: “Il tasso di crescita ci dice la pendenza della curva degli infetti ed è il parametro più sensibile per registrare i cambiamenti della pandemia. Se è positivo gli infetti aumentano, se è pari a zero gli infetti sono stazionari, se è negativo gli infetti diminuiscono”.

La sovrapposizione delle due curve (infetti attivi e tasso di crescita) fotografa l’evoluzione dell’epidemia Covid in Italia.

Ancora Battiston: “A febbraio c’erano pochissimi contagi, ma le persone infette avevano comportamenti normali, senza alcun distanziamento sociale. E il tasso di crescita era addirittura fuori scala, oltre il valore 0,20”.

Il 9 marzo è iniziato il lockdown e il tasso di crescita è precipitato, fino a diventare negativo tra aprile e luglio. Nello stesso periodo si è appiattita su livelli prossimi allo zero la curva dei contagi. Poi, dopo agosto, il tasso di crescita è salito in picchiata. Finite le vacanze, nelle prime settimane di settembre, è tornato a scendere, pur senza tornare sotto lo zero. Nelle prime settimane di ottobre, poi, si è registrata un’impennata.

Il fisico ha spiegato: “Il 24 settembre tutte le scuole italiane sono state riaperte, rimettendo in movimento tra personale, studenti e famiglie, qualcosa come 30 milioni di persone”.

Battiston ha chiarito: “Gli ultimi dati segnano finalmente un’inversione di tendenza. Il tasso di crescita è ancora positivo ma sta puntando verso il basso. Ciò significa che i contagi continuano ad aumentare ma lo fanno ormai spompati, con una velocità via via ridotta. Di questo passo il tasso di crescita diventerà negativo il 27 novembre. Quel giorno ci potrebbe essere il picco di infetti attivi, con circa 827mila casi“.

Giorgio Parisi, presidente dei Lincei, frena: “Gli ultimi dati sono troppo oscillanti. Al momento brancolo nel buio. Attorno al 20 ottobre i nuovi casi e i morti raddoppiavano ogni settimana. Oggi non è più così. Resta il problema dei tamponi: non sappiamo se sono davvero i contagi a rallentare o se ci stiamo perdendo una grande quantità di positivi perché il sistema è saturo”.

Battiston ha risposto: “Se anche ci stessimo perdendo dei positivi per una saturazione del sistema dei tamponi, ciò non basterebbe a spiegare il fenomeno che osserviamo. Se l’epidemia non avesse rallentato, ci ritroveremmo oggi con 100mila casi al giorno. Ed è rallentata grazie al distanziamento sociale e alle altre misure”.

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