Coronavirus, pericolo ritorno infezione: il 'piano B' di Zaia
Il governatore: "Faremo 20 mila tamponi al giorno"
“C’è un altro pericolo su cui la comunità scientifica deve darci risposte, l’eventuale ritorno dell’infezione: già abbiamo avuto un paio di casi”. L’allarme lo ha lanciato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ai microfoni di La7. “Non vorrei che qualcuno cantasse vittoria, il coronavirus è più intelligente di chi lo ha preceduto: stiamo già pensando al piano B“.
In cosa consiste? Il governatore ha ricordato che in Veneto sono stati effettuati “oltre 70 mila tamponi” e che adesso si “fatica a trovarne”. La Regione, però, ha iniziato a “produrre tutto in casa e continueremo”.
Il Veneto ha attualmente circa 16 mila persone in isolamento. Il presidente Zaia ha annunciato che “aumenteremo i tamponi dai 6-7 mila attuali a 20 mila al giorno“.
Zaia ha anche parlato dei ventilatori: “Ne abbiamo chiesti 200, ad oggi ne sono arrivati 49“.
Il Veneto, ha ricordato il governatore, “ha investito tanto sulla terapia sub-intensiva per portare, come ultima spiaggia, il paziente alla ventilazione forzata. Ciò si è rivelato strategico. I letti di terapia intensiva sono stati aumentati da 200 a 1600“.
Coronavirus, Zaia: “Non si può chiudere tutto”
Zaia fa anche una riflessione sul piano economico: “Dobbiamo uscire da questa doppia emergenza, sanitaria e ed economica, con le ossa poche rotte. Anche Wuhan non ha chiuso tutto, ha dovuto mantenere alcune filiere aperte. Quelle strategiche non devono essere chiuse”.
“Le chiusure attuali – continua Zaia – vanno interpretate anche con ulteriori deroghe”. Un esempio? “Da noi una ditta che produce letti per la terapia intensiva ha bisogno di un impianto di stampaggio di materie plastiche, che risulta chiuso. Bisogna rivedere le filiere“.
Coronavirus, Zaia: “Tamponi a tappeto, anche agli asintomatici”
In un’intervista concessa al Quotidiano nazionale, intanto, Zaia aveva già anticipato la sua volontà di fare “un largo uso dei tamponi” per “rallentare la velocità del contagio“.
“Noi siamo partiti da un presupposto – ha aggiunto Zaia – in autonomia e contro le linee guida: l’asintomatico è un contagiatore. La vicenda di Vo‘ Euganeo è stata illuminante. Il 23 febbraio ho deciso di fare il tampone a tutti i cittadini del Comune: apriti cielo, gli scienziati han detto ‘questo spreca soldi’. E invece fu provvidenziale perché scoprimmo che oltre ai 2 contagiati c’erano altri 66 positivi, quasi tutti asintomatici“.
“Allora – ha proseguito – abbiamo messo in quarantena tutti i positivi, ed è stato giustamente messo in zona rossa il comune. Quando abbiamo ri-tamponato tutti gli abitanti a blocco finito che cosa abbiamo scoperto? C’erano solo 6 positivi. Il che vuol dire che così, tamponi più contenimento, blocchi il contagio”.