Ciro Grillo e amici, chiesto rinvio a giudizio: le prove del pm
La Procura di Tempio Pausania ha inoltrato la richiesta di rinvio a giudizio per Ciro Grillo e altri tre amici, presentando alcune fonti di prova
La Procura di Tempio Pausania ha inoltrato la richiesta di rinvio a giudizio per Ciro Grillo e altri tre amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, indagati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese. Il giorno della verità, in cui si conoscerà il destino processuale dei quattro giovani, è il 25 giugno, con l’udienza del gup.
Le prove presentate dal pm a margine della richiesta di rinvio a giudizio
Tra le fonti di prova allegate alla richiesta di rinvio a giudizio, riportate dall’Adnkronos, ci sono le intercettazioni telefoniche, ambientali, i tabulati telefonici, l’acquisizione e l’elaborazione dei dati contenuti nei telefoni cellulari sequestrati, come “messaggistica, foto, video e altro”.
Tra gli elementi allegati anche “l’acquisizione dei dati informatici di Facebook, Instagram e social network” con “foto, post e like”.
Ai giovani sono contestati due capi d’imputazione, sia nei confronti della ragazza italo-norvegese che della sua amica. Proprio grazie alle foto i magistrati hanno contestato il secondo capo di imputazione, riguardante l’amica, ritratta in alcune foto oltraggiose a sua insaputa mentre stava dormendo.
La procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio dopo l’interrogatorio di Ciro Grillo, avvenuto lunedì scorso in una caserma dei carabinieri a Genova, ai quali ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Gli altri indagati, invece, si sono rifiutati di farsi interrogare nuovamente.
Ciro Grillo e il presunto stupro, la vicenda
La presunta violenza risale al luglio 2019, quando i ragazzi si trovavano in vacanza presso la villa a Porto Cervo. Secondo la denuncia presentata otto giorni dopo dalla ragazza, la prima violenza sarebbe avvenuta per mano di Corsiglia e poi sarebbe avvenuto lo stupro di gruppo da parte degli altri tre indagati. Secondo la difesa, però, la ragazza sarebbe stata consenziente.