Caso Grillo, rinvio a giudizio più vicino: niente interrogatori
Gli indagati del caso Grillo rinunciano all’interrogatorio: si fa più probabile l'ipotesi del rinvio a giudizio
Tre dei quattro ragazzi sotto accusa – ossia Ciro Grillo, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta – dopo la seconda chiusura delle indagini avevano chiesto di essere interrogati per chiarire alcuni aspetti del caso. Il procuratore di Tempio Pausiana, Gregorio Capasso, ha deciso di delegare la questione ai carabinieri di Genova invece che interrogarli di persona. Alla luce di ciò i tre accusati hanno rinunciato all’interrogatorio. A renderlo noto è il Corriere della Sera.
In particolare, a rinunciare sarebbero stati Capitta e Lauria mentre non è confermata la rinuncia del figlio del fondatore del M5s. Tuttavia, fino ad oggi, Ciro ha sempre mantenuto una linea uguale a quella degli altri amici indagati. Per questo è molto probabile che anche lui imboccherà la medesima strada presa da Capitta e Lauria.
Fuori dalla dinamica ‘nuovo interrogatorio’ il quarto indagato, Francesco Corsiglia, che, a differenza degli altri tre, non ha mai fatto alcuna richiesta per essere risentito.
I quattro sono tutti accusati di violenza sessuale di gruppo da Silvia (nome di fantasia), la ragazza di 19 anni che sostiene di essere stata violentata a casa di Ciro Grillo, prima da Francesco e in un secondo momento anche dagli altri tre, tutti assieme. Loro negano tale scenario, affermando che la giovane sia stata consenziente.
L’inchiesta ha preso avvio a fine luglio 2019. Dopo la chiusura delle indagini la procura è obbligata a organizzare nuovi interrogatori se gli indagati ne fanno richiesta. Tuttavia, innanzi alle suddette rinunce, i tempi del procedimento si accorciano.
Presto il procuratore e la sua pm, Laura Bassani, potrebbero depositare (se non lo hanno già fatto) la richiesta di rinvio a giudizio.
Il motivo della rinuncia, spiega sempre il Corriere della Sera, sarebbe una sorta di protesta. Gli avvocati degli indagati avrebbero preferito che a interrogare fossero state persone che conoscono bene il fascicolo e tutti i dettagli ad esso collegati, vale a dire i magistrati o la polizia giudiziaria di Tempio Pausania. Ma poiché la procura ha scelto che a interrogare avrebbero dovuto essere i carabinieri di Genova, gli interrogatori sarebbero assomigliati tecnicamente più a delle deposizioni. Per questo alla fine gli indagati assieme ai loro legali hanno scelto di passare oltre.