Vaiolo delle scimmie, il parere di Bassetti sul vaccino: "Attenzione giusta, ma non è il momento"
L'infettivologo del San Martino di Genova mette un freno all'allarme sul rischio di contagio da vaiolo delle scimmie
Niente panico. Mentre in Italia si registra il quarto caso di vaiolo delle scimmie, il virologo Matteo Bassetti interviene in TV a Quarta Repubblica per ribadire la sua posizione su un allarme per ora ingiustificato. Secondo il direttore di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, è giusto mantenere alta la guardia, ma la grande attenzione richiamata da questo virus è portata inevitabilmente dall’esperienza vissuta con la pandemia da Covid-19.
Vaiolo delle scimmie, il parere di Bassetti
“Se questo fenomeno fosse capitato tre anni fa nessuno gli avrebbe dato attenzione. Questo virus passa da una persona ad un’altra per contatto diretto, ma al momento le forme sono lievi e si auto limitano” ha detto Bassetti sul vaiolo delle scimmie, cercando di spegnere sul nascere qualsiasi scintilla di psicosi.
In proposito l’infettivologo si mostra scettico al momento su una reale necessità del vaccino: “Non possiamo dire alla popolazione ‘da domani vi vacciniamo contro il vaiolo‘, perché vorrebbe dire che siamo di fronte ad una emergenza. Si può valutare eventualmente una immunizzazione contro il vaiolo sugli operatori sanitari e su alcune categorie a rischio, se ce ne sono. Ma non è il momento di estendere vaccinazione. Aspettiamo come evolvono i casi e poi si deciderà” ha dichiarato nelle scorse ore all’Adnkronos Salute.
Mentre l’innalzamento del livello dell’emergenza deciso dall’Oms “è corretto per una sensibilizzazione di tutto il mondo sanitario e medico nel mondo – afferma – se hai un caso sospetto devi saperlo riconoscere. Questo ci consentirà di individuare prima i contagi, isolarli e intervenire nel modo corretto”.
Vaiolo delle scimmie, l’intervista a Bassetti
In un’intervista a Virgilio Notizie, l’infettivologo aveva commentato l’emergere dei nuovi casi di vaiolo delle scimmie, sottolineando la necessità accendere i riflettori sul fenomeno, senza bisogno di cerare allarmi: “Sono rimasto molto colpito, sembra che le persone non vogliano sapere e quindi attaccano pensando che ci siano interessi a lanciare allarmi, ma non è così” aveva dichiarato Bassetti.
“È come se non si dovesse scrivere sui pacchetti di sigarette che il fumo fa male o come se non dovessimo esortare le donne a fare prevenzione sottoponendosi a mammografia. Nello stesso modo, se arriva un virus che non era presente, occorre vigilare attentamente e monitorare” ci aveva spiegato.
In Italia un uomo di 32 anni ricoverato all’ospedale San Donato di Arezzo è stato confermato come quarto caso di vaiolo delle scimmie, anche lui rientrato dalle vacanze nelle Isole Canarie e dunque probabilmente legato al focolaio dei primi tre casi.
Come dichiarato dall’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato “nel Lazio ci sono 15 persone in isolamento mentre i casi restano tre e si tratta di tre persone ricoverate allo Spallanzani in buone condizioni cliniche”.
Il direttore di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti
Vaiolo delle scimmie, il punto dell’Oms
Facendo il quadro della situazione, la stessa Organizzazione mondiale della Sanità ha puntualizzato che è possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattie non è endemica.
Secondo quanto riportato da Rosamund Lewis, a capo della ricerca sul vaiolo delle scimmie nell’ambito del programma per le emergenze dell’Oms, non è ancora chiaro se il virus responsabile del vaiolo delle scimmie abbia subito una mutazione, ma la risposta potrà arrivare solo dall’analisi della sua sequenza genetica.