Uomo massacrato di botte per un telefonino a Marebello vicino Rimini muore dopo 18 giorni di agonia
Il 60enne senegalese Ndiaye Babacar ha visto alcuni connazionali litigare e si è intromesso per farli ragionare, ma è stato preso a calci
È morto dopo 18 giorni di agonia Ndiaye Babacar, il sessantenne senegalese massacrato nel corso di una maxi rissa scoppiata il 23 luglio al parco Murri a Marebello, frazione di Rimini. Pare che all’origine della violenza ci fosse il furto di un telefonino. Babacar in quel tafferuglio avrebbe solo avuto il ruolo di paciere.
- Ndiaye Babacar morto dopo 18 giorni di agonia
- Autopsia sul corpo di Ndiaye Babacar
- Un telefonino rubato all'origine della violenza
Ndiaye Babacar morto dopo 18 giorni di agonia
Per 18 giorni Babacar ha lottato fra la vita e la morte in un letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Bufalini di Cesena, prima che il suo cuore si arrendesse.
Ndiaye Babacar è morto per via dei calci ricevuti all’addome che gli hanno causato gravissime lesioni.
Il cerchio rosso mostra la zona in cui si sono svolti i fatti: il parco Murri si trova a Marebello, frazione del comune di Rimini.
A colpirlo sarebbe stato un connazionale di 35 anni, già arrestato e in carcere ai Casetti con l’accusa di lesioni personali aggravate.
Dopo la morte di Ndiaye Babacar il quadro accusatorio potrebbe mutare verso l’ipotesi di omicidio.
Autopsia sul corpo di Ndiaye Babacar
La procura ha disposto l’autopsia sul corpo di Babacar. Dopo l’esame autoptico si procederà eventualmente a determinare la fattispecie di reato, se volontario o preterintenzionale.
Nei prossimi giorni il tribunale nominerà i periti.
Un telefonino rubato all’origine della violenza
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la violenza sarebbe scattata quando un senegalese che dormiva nel parco Murri si sarebbe accorto di essere stato derubato nel sonno del telefonino e di una piccola somma di denaro.
L’uomo si sarebbe dunque scagliato contro alcuni connazionali che si trovavano a bivaccare nello stesso giardino pubblico.
Oggetto della sua rabbia, un 26enne e un 34enne, che sarebbero anche stati minacciati con alcune bottiglie.
Ndiaye Babacar a questo punto sarebbe intervenuto per sedare gli animi, finendo col venire minacciato e pestato a sangue dall’uomo che attualmente si trova in stato di reclusione.