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Truffe agli anziani, i dettagli dell'operazione 'Fumo del Vesuvio': 10 arresti e 150 mila euro recuperati

Operazione 'Fumo del Vesuvio': 10 arresti e 29 denunce per truffe agli anziani a Trieste. Indagine in corso per smantellare la rete criminale.

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E’ di 10 arresti e 29 denunce il bilancio di un’operazione congiunta tra la Procura della Repubblica e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Trieste contro le truffe agli anziani. L’indagine, denominata “Fumo del Vesuvio”, è stata avviata a seguito di un incremento del fenomeno nel 2023.

Conferenza stampa e dettagli dell’indagine

Come indicato dal portale ufficiale dei Carabinieri, oggi si è tenuta una conferenza stampa congiunta per fare il punto sull’indagine. L’inchiesta è partita all’inizio dell’estate del 2023 quando si è registrato un aumento significativo dei casi di truffa agli anziani. L’operazione ha portato all’arresto di un individuo a Prosecco, il quale ha rivelato dettagli cruciali sul modus operandi della rete criminale.

Il modus operandi dei truffatori

La truffa prevedeva l’intervento di un finto avvocato o maresciallo dei Carabinieri che, tramite telefonate, minacciava le vittime di conseguenze legali per un presunto incidente stradale. Le somme di denaro venivano poi raccolte da due donne giunte in treno a Trieste. L’indagine ha permesso di scoprire una struttura criminale piramidale con esattori, telefonisti e organizzatori.

In sintesi viene individuata una zona da “attaccare” che gli “esattori” ovvero chi preleva le somme dalle vittime, raggiungono nella prima mattinata. In quello stesso momento i “centralinisti” ovvero chi effettivamente effettua la chiamata telefonica, iniziano a battere il territorio effettuando decine di chiamate fino a quando, la malaugurata vittima, non cade nel tranello. Gli “esattori” nel frattempo attendono indicazioni per raggiungere l’abitazione della vittima, dove prelevano i proventi del reato e facendo rientro alla base a termine giornata o anche immediatamente se un colpo è andato particolarmente bene.

Molto spesso ci si è chiesti se sul territorio possano operare dei basisti. La mancanza di evidenze in questo senso ed il fatto che le varie batterie operino indistintamente in tutta Italia porta a ritenere che questa specifica figura non faccia parte dell’organizzazione. È invece verosimile che la scelta del territorio da “attaccare” sia preceduta da un cospicuo lavoro di raccolta informazioni operato da soggetti altamente specializzati che operano un incrocio fra tutte le notizie personali reperibili in rete tra Banche dati e social network. Particolarmente interessante il fatto che gli “esattori” vengano pagati a giornata, con una somma pari a 150 euro, indipendentemente dall’ammontare raccolto.

Collaborazione e risultati dell’indagine

Grazie alla collaborazione con l’Arma di Napoli, gli investigatori hanno ampliato il quadro investigativo, scoprendo 38 truffe e recuperando circa 150.000 euro. L’indagine ha coinvolto diverse regioni del Nord Italia, tra cui il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, la Lombardia, il Piemonte, l’Emilia Romagna e le Marche.

Appello alla cittadinanza

Il Procuratore della Repubblica e i Carabinieri hanno sottolineato l’importanza della collaborazione dei cittadini per contrastare questo fenomeno, invitando a segnalare immediatamente anche i tentativi di truffa subiti. L’obiettivo è creare una rete di sicurezza per proteggere le persone più vulnerabili.

Carabinieri repertorio Fonte foto: IPA

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.

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