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Terremoto nelle Marche: nuova forte scossa avvertita ad Ancona, la terra trema ancora

I terremoti che si sono verificati nelle Marche il 9 novembre non sono casi isolati, e i sismologi sono in allerta per l'arrivo di altre scosse

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Le scosse al largo delle Marche non hanno accennato a fermarsi durante tutta la notte. La sequenza sismica è stata attentamente monitorata dall’Ingv, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. C’è infatti la possibilità che possano avvenire terremoti forti come quelli che hanno svegliato la regione nella mattinata di ieri, 9 novembre, e che se sono stati avvertiti fino a Roma, Firenze e Bologna. Se avverranno sulla terraferma potrebbero causare danni. Un’altra scossa intensa è stata avvertita nell’anconetano nel primo pomeriggio del 10 novembre.

Registrate nelle Marche scosse di magnitudo 4 giovedì 10 novembre

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4 ha colpito le Marche intorno alle 13 di giovedì 10 novembre. Secondo i primi dati dell’Ingv, è avvenuta alle 13.35 con epicentro nella costa marchigiana anconetana a una profondità di 9 chilometri. È stata percepita anche ad Ancona città.

Nella serata di giovedì 10 novembre, nuova forte scossa di terremoto nelle stesse zone. Poco prima delle 19, la terra ha tremato ancora e la scossa sarebbe stata molto forte.

Stando alle prime informazioni, alle 18.54 è stata registrato un terremoto di magnitudo stimato 4,1 a Senigallia, con epicentro a 26km. Pochi minuti dopo, alle 19.00 e 19.02, altre due scosse da 2.1 e 2.4 di magnitudo.

Almeno 25 sfollati gli sfollati ad Ancona:

“Sono una venticinquina circa al momento gli sfollati ad Ancona”, ma potrebbero crescere man mano che le verifiche vanno avanti”, ha riferito all’Ansa l’assessore alla Protezione Civile del Comune di Ancona Stefano Foresi.

Intanto sono stati svolti circa 200 sopralluoghi e verifiche da parte dei Vigili del Fuoco, nei quali sono stati riscontrati per la maggior parte danni di lieve entità alle strutture.

Nella notte ad Ancona “sono stati evacuati, per delle lesioni nei rispettivi appartamenti, due nuclei familiari residenti in via Macerata e sei residenti in via Maggini”.

“Si tratta di abitazioni private in via Macerata e via Maggini, dichiarate inagibili dai Vigili del fuoco“, ha confermato Foresi, in seguito alle verifiche dalle quali nelle palazzine sono emerse lesioni strutturali che richiederanno sopralluoghi più approfonditi.

Il Comune di Ancona ha allestito da ieri dei posti di accoglienza in spazi collaterali al PalaPrometeo – ex Palarossini – per le persone la cui abitazione è stata danneggiata dal sisma: per ora si attendono una decina di persone.

“Non tutti gli sfollati sono stati accolti al PalaRossini alcuni hanno trovato ospitalità da parenti e amici”, ha detto ancora l’assessore.

“Stiamo lavorando alacremente, in stretto contatto con i vigili del fuoco, per risolvere i problemi dei cittadini che hanno avuto danni a causa del sisma”, ha concluso.

La previsione di Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv: cosa avverrà adesso

Dopo il sisma di magnitudo 5,7 avvenuto alle 7:07 e il secondo di 5,2 avvenuto alle 7:08, ci sono state oltre 70 scosse di assestamento. Hanno seguito un “decadimento graduale”, cioè la loro intensità è stata decrescente.

Secondo quanto dichiarato da Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, “non è mai possibile” escludere riattivazioni di piani di faglia. Lo ha raccontato all’Ansa.

“Le nostre capacità previsionali sono su base statistica”, ha spiegato, “modelli secondo i quali si ha un decadimento graduale con una serie di scosse che seguono quella principale”.

Allerta alta: il meccanismo è lo stesso del terremoto avvenuto in Emilia

Della stessa opinione Claudio Chiarabba, diretto del dipartimento Terremoti dell’Istituto. Che a Repubblica ha raccontato che la sua squadra non è rilassata in queste ore.

Terremoto nelle Marche, oltre 70 scosse di assestamento: allerta alta per un nuovo sisma nella zonaFonte foto: Ingv

I terremoti in mare, ha spiegato, “sono più difficili da analizzare” per l’assenza di strumenti. Ora l’energia liberata dalle scosse di ieri potrebbe attivare le faglie vicine.

In Emilia Romagna nel 2012 ci fu una prima scossa il 20 maggio, seguita da un terremoto forte ben 9 giorni dopo. Anche in quel caso ci fu alla base un meccanismo sismico di tipo compressivo.

“La placca Adriatica spinge a Ovest, si incunea sotto l’Appennino, poi riemerge verso il Tirreno”, ha spiegato a Repubblica. Che è il motivo per cui il terremoto è stato avvertito anche a grandi distanze.

Temperatura e pressione in profondità fanno in modo che la roccia sia duttile, e che in superficie si formino tante faglie segmentate, una accanto all’altra.

Perché è un bene che il terremoto nelle Marche sia avvenuto in mare

La loro disposizione in mare è difficile da determinare, e per questo “facciamo molta attenzione a dove avvengono le scosse in queste ore”.

Claudio Chiarabba ha dichiarato che è ancora presto per escludere che altre faglie si attivino. I terremoti in mare, che spesso possono causare un’allerta tsunami, per i sismologi sono “una grossa complicazione”.

Tuttavia per chi vive in quelle zone sono una “salvezza”. Si pensa che un terremoto nelle Marche possa superare il grado di magnitudo 6.

Trivelle per il gas e terremoto nelle Marche: c’è una correlazione?

Ha poi sottolineato che nella Val d’Agri, dove sono presenti le trivelle di gas, avvengono piccolissimi sismi causati dalle attività umane.

Tuttavia “sono scosse minime”, che avvengono in prossimità dei pozzi e in superficie. Nelle Marche “abbiamo a che fare con meccanismi tettonici di portata più ampia“.

“Ben vengano approfondimenti“, ha concluso, “ma escluderei un legame”. Altri esperti hanno già escluso una correlazione tra terremoti e trivelle, come spiegato qua.

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