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Terremoto Marche e trivelle nel Mar Adriatico: c'è correlazione? Gli esperti fanno chiarezza

Alcuni esperti hanno fatto chiarezza in merito all'ipotesi che il terremoto nelle Marche possa essere stato causato dalle trivelle nel Mar Adriatico

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Esiste una correlazione tra le trivellazioni nel Mar Adriatico e le forti scosse di terremoto registrate nella giornata di mercoledì 9 novembre davanti alla costa delle Marche?

A questa domanda hanno risposto alcuni esperti, da Piero Farabollini (presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche) a Carlo Meletti (dell’Ingv), passando per Endro Martini (della Società italiana di geologia ambientale).

Terremoti e trivelle: le parole di Piero Farabollini

Il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche Piero Farabollini ha escluso, in alcune dichiarazioni riportate da ‘SkyTg24’, l’ipotesi “che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi”.

Secondo Piero Farabolini, infatti, il terremoto nelle Marche è “un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle 3 zone sismo-tettoniche delle Marche”.

Queste faglie, ha spiegato il geologo, “possono produrre terremoti di magnitudo massima stimata di 6, a differenza delle faglie appenniniche dove si possono produrre sismi fino a magnitudo 7”.

Lo stesso Farabollini ha precisato che “la trivellazione, di per sé, non comporta alcuno scuotimento sismico”, mentre “sono semmai le attività di estrazione e stoccaggio che possono farlo”. L’esperto ha concluso: “A ogni modo, i terremoti legati a queste attività sono di magnitudo più contenuta, generalmente mai oltre 4,5-5 e profondità massime di 3-4 chilometri”.

TrivelleFonte foto: ANSA
Greenpeace in azione nel Mar Adriatico per protestare contro le trivelle.

Le parole di Endro Martini

Al ‘Corriere della Sera’, sullo stesso tema, è intervenuto Endro Martini, della Società italiana di geologia ambientale: “Eventi sismici nell’Adriatico ci sono sempre stati, anche molto prima che iniziassero le trivellazioni”.

E ancora: “Le piattaforme in mare trivellano fino a una profondità massima di 3-4 chilometri. Il sisma si è innescato a una profondità di 7,6 chilometri, a una distanza di 30 chilometri dalla costa della provincia di Pesaro Urbino, secondo i dati forniti dai rilevamenti dell’Ingv”.

Le parole di Carlo Meletti

Sempre al ‘Corriere della Sera’, Carlo Meletti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha spiegato in merito alla forte scossa di terremoto registrata nelle Marche mercoledì 9 novembre (seguita poi da uno sciame sismico): “La scossa è avvenuta nell’ambito di una situazione geologica profonda con strutture che governano faglie e movimenti dell’evoluzione geologica dell’Appennino”.

Secondo lo stesso Meletti, “sono da mettere in relazione a un meccanismo di compressione dell’Appennino verso l’Adriatico, come il terremoto che è avvenuto in Emilia nel 2012 e nel passato a Rimini nel 1916 e a Senigallia nel 1930”.

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Scosse di terremoto nelle Marche: pazienti e studenti in strada, crepe nei muri. Le foto dal Centro Italia Fonte foto: ANSA
Scosse di terremoto nelle Marche: pazienti e studenti in strada, crepe nei muri. Le foto dal Centro Italia
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