Ponte sullo Stretto a rischio in caso di terremoto? Studio sismico da rifare, e l'altezza diventa un caso
Gli esperti della Commissione Via hanno richiesto ulteriori approfondimenti sullo Ponte sullo Stretto, tra cui uno studio sismico sul rischio terremoto
Altri scogli nel percorso della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Nel parere favorevole della commissione Via (Valutazione impatto ambientale) si richiedono ulteriori approfondimenti sul pericolo sismico sull’opera e si apre una questione sull’altezza della struttura, che non sarebbe compatibile con gli intendimenti. Nonostante il via libera, infatti, i tecnici del ministero dell’Ambiente hanno richiesto alla società committente Stretto di Messina spa 62 integrazioni e ulteriori studi, che potrebbero rimandare l’inizio dei lavori per il 2025 previsto dal ministro Salvini.
Lo studio sismico sul rischio terremoto
Tra i principali punti messi in discussione nelle 685 pagine della commissione Via rientra la capacità del Ponte di resistere per “almeno 200 anni” al rischio terremoto, di fronte anche a “sismi di magnitudo Richter fino a 7,1”, come sostenuto nel progetto.
Un aspetto su cui il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Carlo Doglioni, ha sollevato diversi dubbi alla luce della mancanza di esami sulle faglie attive e rischio sismico, evidenziati anche dai tecnici del ministero dell’Ambiente.
Simulazione tramite rendering del Ponte sullo Stretto
Secondo quanto riportato da Repubblica, la Stretto di Messina spa ha stretto con l’Ingv una convezione da 26mila euro, ma il numero uno dell’Istituto di geofisica si è dissociato dai ricercatori che avrebbero offerto la consulenza sul progetto.
“Il proponente deve presentare uno studio in cui siano maggiormente approfondite le indagini geofisiche, sismologiche e paleosismologiche e la caratterizzazione delle faglie ritenibili ancora attive” scrivono gli esperti della commissione Via.
Il parere Via sul Ponte sullo Stretto
Nel parere i tecnici del ministero dell’Ambiente chiedono, inoltre, anche un nuovo studio sulle stime del traffico previsto sul Ponte ” in linea con quelli tipici di settore”, oltre ulteriori approfondimenti sul rischio di dissesto idrogeologico, con “studi che dovranno consentire un monitoraggio dell’evoluzione della costa”.
La valutazione ritiene inadeguati anche gli studi “sull’approvvigionamento idrico del cantiere”, per scongiurare il pericolo di lasciare la città di Messina senza acqua, e prescrivere la necessità di “aggiornare il monitoraggio della componente faunistica che copra un anno intero”.
Il nodo dell’altezza
Nel documento ministeriale compare infine un aspetto che potrebbe richiedere un nuovo esame in commissione, rimandando di almeno un altro anno l’apertura dei cantieri.
Il punto controverso riguarderebbe l’altezza dell’impalcato, che nel progetto approvato dalla Commissione sarebbe di 65 metri, ma che sarebbe insufficiente a permettere il passaggio delle navi più alte come affermato dalla società Stretto di Messina, insieme al committente Eurolink capitanato da Webuild.
“Il profilo verticale è stato rialzato, in modo da evitare che l’impalcato vada a ingombrare il franco minimo di navigazione” si legge nel progetto, dove si specifica che “il lato siciliano della campata principale è stato rialzato verticalmente fino a quota 77,50 metri. La quota superiore delle torri è stata innalzata a 399 metri”. Una quota che però non corrisponderebbero ai parametri concordati con i tecnici del Via.