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Roberta Ragusa

Tutto quello che c'è da sapere su Roberta Ragusa, sparita dalla sua casa nel 2012, e sul marito Antonio Logli, condannato per omicidio

di Mirko Ledda

Sono passati 11 anni dalla notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, quella in cui Roberta Ragusa si allontana, in circostanze ancora avvolte dal mistero, dalla casa che condivide con il marito Antonio Logli e i loro due figli Daniele e Alessia a Gello, una frazione di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. La mattina successiva il marito denuncia la scomparsa della donna, dichiarando alle forze dell’ordine di averla vista per l’ultima volta la sera prima, intorno a mezzanotte, quando lei stava compilando, già in pigiama, la lista della spesa. Si sarebbe svegliato alle 6.45 per spegnere la sveglia del comodino della moglie, rendendosi conto della sua assenza.

Perché la ricostruzione del marito Antonio Logli non è considerata affidabile

Antonio Logli riferisce anche che Roberta Ragusa potrebbe essersi allontanata da casa in stato confusionale perché due giorni prima aveva battuto la testa dopo essere caduta da una scala mentre mette al loro posto gli addobbi di Natale. La vicenda è confermata da un’amica della 45enne, che tuttavia sottolinea che non avrebbe cambiato comportamento né perso la lucidità dopo l’incidente.

Gli investigatori non ritengono affidabili le parole di Antonio logli, che si mostra agitato e desideroso di far valere la propria versione dei fatti già durante la denuncia. A pochi giorni dall’apertura delle indagini, l’uomo porta la sua Ford dal meccanico, sottraendola alle analisi con i cani molecolari, parlando di una riparazione urgente. Chiede poi alla babysitter e amica di famiglia Sara Calzolaio di cancellare i loro scambi per e-mail e sms e buttare il proprio cellulare. Emerge che i due hanno una storia clandestina, di cui Roberta Ragusa ha iniziato a sospettare da tempo, e che è motivo di attrito tra i due coniugi.

La testimonianza del super testimone Loris Gozi che inchioda il marito di Roberta

Loris Gozi, ex giostraio, sostiene di aver sentito un violento litigio tra un uomo e una donna nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 e di aver visto, in compagnia della compagna, Antonio Logli fuori casa a ridosso della mezzanotte. Quando cioè, nella sua versione, sarebbe dovuto essere a casa con Roberta Ragusa. Invece, davanti agli occhi del super testimone, l’avrebbe trascinata in macchina, contro la sua volontà e ancora in pigiama.

Ricostruzione più attendibile, secondo gli inquirenti, che conferma i sospetti sul marito della donna scomparsa. Antonio Logli l’avrebbe uccisa, avrebbe distrutto il corpo e lo avrebbe nascosto. Ne sono convinti i pm che nel 2016 chiedono per lui 30 anni di carcere per i reati di omicidio e occultamento di cadavere. La condanna non tarda ad arrivare ed è di 20 anni di carcere confermati poi anche dalla Corte di Cassazione. A distanza di undici anni dalla vicenda, però, Antonio Logli continua a dirsi innocente, chiedendo la revisione del processo e la libertà.

Tutti i punti oscuri del caso della sparizione e dell’omicidio di Roberta Ragusa

Difficilmente il processo potrà riaprirsi, considerando che mancano nuove prove concrete che rappresentino gli estremi per una revisione. Tuttavia Antonio Logli dichiara nel 2022 di avere nuovi documenti che potrebbero ribaltare la sentenza. E fargli riabbracciare i due figli, che in questa decade sono sempre stati al suo fianco e continuano a difenderlo. Secondo i suoi legali, Roberta Ragusa sarebbe fuggita di casa per mettere la parola fine a un matrimonio sempre più deludente, e ora si troverebbe all’estero.

La chiave per far emergere questa verità sarebbe però in una dichiarazione di Loris Gozi, che a un ex detenuto avrebbe detto di essere preoccupato per aver reso una falsa testimonianza sul caso. A riportare la notizia è il settimanale Giallo, che pubblica però anche la smentita di quello che continua a essere il super testimone del caso. E che ha aiutato i giudici a ricostruire cosa è successo la notte della scomparsa di Roberta Ragusa.

La ricostruzione dei giudici e la sentenza di condanna per Antonio Logli

“Mentre la moglie stava compiendo ordinarie attività domestiche prima di coricarsi, avendo già indossato l'abbigliamento da notte descritto dalla figlia Alessia, Antonio Logli si era ritirato in soffitta ed era stato impegnato in tre conversazioni con Sara Calzolaio, l'ultima delle quali, iniziata alle ore 00.17, si era interrotta bruscamente”, forse dalla fuga di Roberta Ragusa dalla propria abitazione.

La 45enne “aveva improvvisamente abbandonato l'abitazione senza indossare altri indumenti, né prelevare oggetti di qualsiasi tipo” forse indotta a farlo “da una forte emozione e da un forte timore per la propria incolumità dopo avere avuto la certezza, spiandolo, che il marito avesse ancora una relazione con un'amante e che costei fosse proprio l'amica e collaboratrice Sara Calzolaio”.

A quel punto Roberto Logli, “accortosi della fuga della moglie per i campi, senza essersi coricato a letto, era uscito a bordo della sua Ford Escort e si era posizionato lungo via Gigli in luogo in cui aveva ritenuto di poterla intercettare, ove era però stato visto e riconosciuto dai coniugi Loris Gozi e Anita Gombi nonostante il tentativo di nascondere il volto con la mano. Consapevole di ciò aveva fatto rientro a casa, distante da quel punto appena 700 metri, dove aveva lasciato in tutta fretta l'auto sul vialetto e prelevato l'utilitaria Citroen C3 della moglie, e si era recato nuovamente in via Gigli, dove aveva effettivamente incontrato Roberta Ragusa, tanto che il cane molecolare aveva fiutato traccia della sua presenza”.

La ricostruzione dei giudici si ferma però qua, considerando che, come è noto, non solo non è stato mai trovato il cadavere di Roberta Ragusa, ma non sono note neanche le modalità della sua uccisione da parte del marito. “Antonio Logli aveva litigato con lei e l'aveva costretta a forza a salire sull’auto, venendo visto e sentito da Loris Gozi, mentre Anita Gombi aveva percepito le grida dalla sua abitazione, senza poter comprendere da chi provenissero”.

"Abbandonato il luogo in tutta fretta, l'aveva quindi condotta in altro luogo rimasto ignoto per poi sopprimerla con modalità anch'esse non potutesi accertare e farne sparire definitivamente, almeno sino ad ora, il corpo”, si legge nel finale delle motivazioni della sentenza con cui è stato decisa la pena di 20 anni di carcere per Antonio Logli.

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