Statua di Che Guevara inaugurata a Carrara, il primo monumento in Italia scatena le polemiche della Lega
Polemiche a Carrara per l'inaugurazione della prima statua in Italia dedicata a Ernesto Che Guevara
A Carrara è stata inaugurata la prima statua in Italia dedicata a Ernesto Che Guevara, rivoluzionario argentino idolo della sinistra. Ma non sono mancate le polemiche, con Lega e Fratelli d’Italia che contestano la scelta del Comune toscano.
- Inaugurata statua di Che Guevara a Carrara
- Lega e FdI contro statua di Che Guevara
- La replica della sindaca di Carrara
Inaugurata statua di Che Guevara a Carrara
La prima statua in Italia dedicata a Ernesto Che Guevara è stata inaugurata venerdì 31 gennaio a Carrara.
La statua, opera dell’artista argentino Jorge Romeo, è realizzata in marmo bianco di Carrara, è alta 2,15 metri e ha in cima un ritratto metallico del Che.

In tutta Europa vi è soltanto un’unica altra scultura dedicata al rivoluzionario, a Oviedo in Spagna.
“Che Guevara ha combattuto per la libertà delle persone e per l’affermazione dei loro diritti, l’ha fatto in paesi che non erano il suo”, ha detto durante la cerimonia di inaugurazione la sindaca Serena Arrighi (Pd), come riportato dal Tirreno.
Lega e FdI contro statua di Che Guevara
Non sono mancate le polemiche, esponenti locali di Lega e Fratelli d’Italia hanno contestato la scelta del Comune di Carrara.
“Celebrare Che Guevara significa legittimare il culto della violenza politica e di un’organizzazione dello Stato nemica della libertà e del benessere sociale. Il Pd ne prenda le distanze”, ha detto il deputato toscano leghista Andrea Barabotti.
Mentre la senatrice di FdI Susanna Donatella Campione parla di “nostalgici comunisti”.
La Lega ha annunciato che presenterà una mozione in Consiglio comunale per chiedere l’immediata rimozione della statua.
La replica della sindaca di Carrara
La sindaca dem di Carrara ha replicato alle accuse della destra lanciando anche una frecciata al caso Almasri.
“Noi condanniamo fortemente ogni totalitarismo, ogni regime”, scrive Serena Arrighi sulla sua pagina Facebook.
“Rimarchiamo però che gli affronti alle vittime sono quelli di chi tollera i saluti romani e gli inni al duce all’interno dei propri movimenti giovanili e consente ai torturatori di uomini di tornare libero a casa con un volo di Stato”.
