Giorgia Meloni si contraddice su tasse e pressione fiscale: cosa diceva quando era all'opposizione
Secondo Giorgia Meloni la pressione fiscale aumenta perché c'è più gente che lavora e non perché sono aumentate le tasse. Nel 2013 propose un "tetto" per tutelare i cittadini dal Fisco
Giorgia Meloni ha voluto fare chiarezza sulla pressione fiscale, spiegando che questa non si traduce automaticamente in aumento delle tasse. Secondo la premier i dati sulla pressione fiscale salgono “perché c’è più gente che lavora”. Ma nel 2013, quando era all’opposizione, la leader di Fratelli d’Italia propose di inserire un limite alla pressione fiscale addirittura nella Costituzione.
- Cosa ha detto Giorgia Meloni sulla pressione fiscale
- Che cos'è la pressione fiscale
- Cosa diceva Giorgia Meloni quando era all'opposizione
Cosa ha detto Giorgia Meloni sulla pressione fiscale
Giorgia Meloni ha risposto ad alcune accuse dell’opposizione durante il programma Secolo XXI su Rai1. Alla base della disputa c’è un recente report dell’Istat, secondo cui nel 2024 le imposte e i contributi incassati dallo Stato hanno raggiunto un valore pari al 42,6% del Pil, con oltre un punto percentuale in più rispetto al 2023. E proprio su questo la presidente del Consiglio ha voluto fare chiarezza.
Giorgia Meloni ha detto di essere “imbarazzata” per il fatto di dover spiegare un concetto simile a dei parlamentari. “Quando aumenta la pressione fiscale non è necessariamente perché aumentano le tasse”, ha detto, sottolineando che i dati sulla pressione fiscale aumentano “perché c’è più gente che lavora, perché questo governo ha portato il record di proventi dalla lotta all’evasione”. Quindi, ha concluso, “le entrate aumentano quando le tasse non aumentano”.
Che cos’è la pressione fiscale
La pressione fiscale in pratica è il rapporto tra il Pil e l’ammontare totale delle imposte e dei contributi versati allo Stato da cittadini e imprese. Se la pressione fiscale aumenta vuol dire che aumenta anche il peso delle tasse e dei contributi versati dai contribuenti sul reddito nazionale, perché in sostanza sono state pagate in media più tasse in percentuale sul reddito prodotto.
Ma il peso del fisco sui contribuenti non chiarisce se un governo ha aumentato o diminuito alcune singole tasse. Le entrate pubbliche non dipendono solo dalle tasse sul lavoro: per cui un aumento delle entrate fiscali non è necessariamente un brutto segnale.
L’economia non è solo pura matematica: se le tasse aumentano più di quanto aumenta il Pil significa che i contribuenti devono pagare più tasse rispetto a quanto è cresciuto il reddito. E quindi la quota pagata da ciascun cittadino cresce, aumentando la pressione fiscale.
Cosa diceva Giorgia Meloni quando era all’opposizione
In passato poi Giorgia Meloni ha accusato i governi di “soffocare” i cittadini con le tasse, utilizzando proprio l’indicatore della pressione fiscale. “La pressione fiscale nei primi 3 mesi del 2019 è del 38%, in aumento di 0,3 punti rispetto lo stesso periodo del 2018. È il dato più alto dal 2015. Basta, famiglie e imprese italiane sono allo stremo, non possiamo rinviare uno choc fiscale che ridia loro ossigeno”, scriveva in un tweet del giugno 2019.
Nel 2013, inoltre, Giorgia Meloni presentò una proposta di riforma per inserire in Costituzione un tetto del 40% della pressione fiscale. Lo stesso limite che è stato superato dal suo governo nel 2023 e nel 2024. Secondo i dati Istat, la pressione fiscale è salita al 42,6% nel 2024, rispetto al 41,4% del 2023 e al 41,7% del 2022.
Secondo la proposta del 2013 della leader di Fratelli d’Italia, il tetto alla pressione fiscale sarebbe servito per “tutelare i cittadini dalle pretese di un Fisco predatorio”.
