Se Israele vorrà altre armi dovrà rinunciare a Rafah: da Joe Biden ultimatum-ricatto Usa a Netanyahu
Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele affronterà Hamas da solo, se necessario. Il segnale dopo la minaccia di Joe Biden di sospendere la fornitura di armi Usa in caso di attacco a Rafah
Tensioni tra Usa e Israele. Benjamin Netanyahu ha postato nuovamente su X un suo discorso tenuto allo Yad Vashem (l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme) la scorsa settimana, nel corso del quale aveva affermato che “Israele affronterà Hamas da solo, se necessario”. Il post sembra essere una risposta chiara a Joe Biden: il presidente degli Stati Uniti ha infatti minacciato di sospendere la fornitura di armi americane in caso di attacco a Rafah.
- Le parole di Benjamin Netanyahu
- La prossima mossa di Israele
- Joe Biden e la fornitura di armi
- La reazione israeliana
Le parole di Benjamin Netanyahu
“Ai leader del mondo dico: nessuna pressione, nessuna decisione da parte di alcun forum internazionale impedirà a Israele di difendersi“, aveva dichiarato Netanyahu nel corso del suo discorso allo Yad Vashem, come riporta Ansa.
“Se Israele sarà costretto a restare da solo, Israele rimarrà da solo“, aveva aggiunto il leader del partito Likud.
Gli aveva fatto eco, parlando con Sky News, una fonte vicina al capo di Stato israeliano. La minaccia di sospendere la fornitura di armi da parte di Joe Biden “praticamente seppellisce un accordo sugli ostaggi a questo punto”, aveva spiegato la fonte.
La prossima mossa di Israele
Alla luce delle condizioni imposte dagli Stati Uniti, nel corso della serata di giovedì 9 maggio Israele deciderà come procedere sui combattimenti a Gaza e in Libano attraverso riunioni del gabinetto di guerra e di sicurezza (definite “fatidiche”).
Lo ha riferito una fonte anonima al quotidiano Israel ha Yom, vicino a Netanyahu.
Joe Biden e la fornitura di armi
In un’intervista in esclusiva alla Cnn, Biden ha detto per la prima volta di voler condizionare le forniture militari, continuando con quelle difensive ma non quelle offensive nel caso in cui il Paese avesse invaso Rafah.
“Continueremo a garantire che Israele sia sicuro in termini di Iron Dome e della sua capacità di rispondere agli attacchi giunti di recente dal Medio Oriente”, ha spiegato il presidente dem. “Ma è semplicemente sbagliato. Non lo faremo, non forniremo armi e proiettili di artiglieria“, ha poi aggiunto, in riferimento all’eventualità di una vasta operazione di terra a Rafah.
“Ho messo in chiaro che se entrano a Rafah, ma non vi sono ancora entrati, non fornirò le armi. Ho detto chiaramente a Bibi e al gabinetto di guerra: non otterranno il nostro sostegno, se effettivamente attaccano questi centri abitati”.
“Civili sono stati uccisi a Gaza come conseguenza di quelle bombe e di altri modi in cui attaccano i centri abitati”, ha poi aggiunto il presidente, riconoscendo come le bombe americane siano state utilizzate per uccidere civili a Gaza. La fornitura americana delle bombe da 2mila libbre (circa 1000 kg) è stata infatti sospesa.
La reazione israeliana
“Commenti molto deludenti“, ha definito le frasi di Biden l’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, commentando quanto deciso da Washington.
“Naturalmente – ha aggiunto Erdan – qualsiasi pressione su Israele viene interpretata dai nostri nemici come qualcosa che dà loro speranza. Ci sono molti ebrei americani che hanno votato per il presidente e per il Partito Democratico, e ora sono esitanti”.