Putin pronto a usare armi nucleari in Ucraina, la nuova dottrina spaventa Usa ed Europa: cosa dice il decreto
Minaccia nucleare dalla Russia: la mossa di Vladimir Putin in risposta all'autorizzazione internazionale all'Ucraina di usare missili a lungo raggio
Il presidente russo Vladimir Putin ha aggiornato la dottrina nucleare del Cremlino, ampliando i criteri per l’uso delle armi atomiche: con apposito decreto, la Russia potrà ora rispondere con ordigni nucleari anche a seguito di attacchi convenzionali con missili occidentali. Una mossa non inattesa dagli Usa, che segue i primi attacchi ucraini contro strutture russe con missili statunitensi Atacms, mentre l’Unione europea la giudica come “irresponsabile”.
- Putin può usare armi nucleari: cosa dice il decreto
- La Russia risponderà con l'atomica ai missili Atacms?
- La reazione di Usa ed Europa
Putin può usare armi nucleari: cosa dice il decreto
Il nuovo decreto di Vladimir Putin, recentemente approvato dal Cremlino, introduce condizioni più ampie per l’impiego di armi atomiche, grazie a una revisione dei principi guida della politica di deterrenza nucleare della Russia.
Il testo specifica che “la prevenzione di atti aggressivi è garantita dall’intera capacità militare della Federazione Russa, inclusi gli armamenti nucleari”. Inoltre, qualsiasi attacco da parte di un membro di un’alleanza militare contro la Russia o i suoi partner sarà trattato come un’aggressione dell’intera coalizione.
Un’esercitazione statunitense con missili a lungo raggio Atacms
La Russia si riserva anche il diritto di ricorrere alle armi nucleari in risposta ad attacchi convenzionali diretti contro il proprio territorio o contro la Bielorussia, se sostenuti da una potenza nucleare.
La Russia risponderà con l’atomica ai missili Atacms?
L’intervento di Putin è una chiara risposta all’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina contro la Russia, come si evince dalle dichiarazioni di Dmitry Peskov.
Il portavoce del Cremlino ha chiarito infatti che, secondo i nuovi criteri fissati dalla dottrina nucleare, un attacco contro la Russia anche con missili convenzionali, di fabbricazione occidentale e lanciati dalle forze ucraine, potrebbe giustificare una reazione con armi atomiche.
Le disposizioni aggiornate confermano che la decisione finale sull’impiego delle testate nucleari spetta esclusivamente al presidente russo. Il decreto enfatizza inoltre che Mosca considera l’arsenale nucleare uno strumento di dissuasione, da utilizzare solo come ultima risorsa in situazioni estreme.
La Federazione Russa, secondo il documento, si impegna a limitare i rischi di escalation e a prevenire tensioni diplomatiche che potrebbero degenerare in conflitti armati, inclusi quelli con l’uso di armamenti nucleari.
La reazione di Usa ed Europa
La mossa del Cremlino giunge poco dopo che l’Ucraina avrebbe attaccato una struttura logistica russa nei pressi di Karachev, nella regione di Bryansk, a circa 130 chilometri dal confine.
L’operazione, attribuita a missili balistici Atacms di produzione americana, si inserisce in un’escalation alimentata dalla recente decisione del presidente Joe Biden di revocare il divieto per Kiev di utilizzare tali armi contro il territorio russo. La conferma è arrivata lunedì dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, il quale ha precisato che l’Ucraina è stata autorizzata a colpire bersagli fino a 300 chilometri di distanza.
Sul fronte internazionale, Washington ha minimizzato la mossa russa, definendo prevedibile l’aggiornamento della dottrina nucleare e sottolineando che al momento gli Usa non ritengono necessario modificare la propria strategia.
In Europa, Borrell ha bollato come “irresponsabile” il ricorso russo alla minaccia nucleare, accusando Mosca di usare tale retorica in modo sistematico per destabilizzare.