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Joe Biden

Joe Biden è stato il più anziano candidato della storia delle presidenziali a salire alla Casa Bianca. Dalle tragedie alle gaffe: cosa sapere sul leader americano

di Stefania Bernardini

Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti, eletto nel 2020 ed entrato alla Casa Bianca da gennaio 2021. Esponente dell’area moderata dei democratici. È stato il più anziano candidato della storia delle presidenziali a vincere le elezioni ed ha alle spalle una lunga vita e carriera politica, segnate anche da pesanti tragedie.

Entrato molto giovane al Senato, a poco meno di 30 anni, ha ricoperto il ruolo di senatore per 36 anni. Molto legato a Barack Obama, è stato suo vice per 8 anni. Biden è celebre per la tenacia, ma anche per l’inclinazione a commettere gaffes.

Le origini di Joe Biden

Joseph Robinette Biden Jr. nasce il 20 novembre 1942 a Scranton in Pennsylvania in una famiglia cattolica di origini irlandesi. Si laurea in legge ed entra nell’albo degli avvocati nel 1969. Qualche anno più tardi, nel 1972, è eletto senatore per il Partito Democratico in rappresentanza dello Stato del Delaware. La campagna elettorale viene organizzata da un piccolo team guidato dalla sorella Valerie e lo sconosciuto Joe riesce a incarnare il volto democratico giovane e fresco che convince i cittadini.

Con circa 3.000 voti in più, si impone sull’uscente Caleb Boggs. Pendolare rigoroso, la compagnia ferroviaria riserva a Biden un posto personale sul treno che tutti i giorni lo porta da Wilmington a Washington.

La carriera politica di Biden

Già nel 1974 il giovane senatore viene citato dal magazine Time tra i “200 volti per il futuro”. Tra i suoi punti di forza ci sono la capacità di dialogare anche con gli oppositori repubblicani e trovare punti di contatto con i dem e l’esperienza con la legislazione.

Dal 1972 fino al 2008 resta al suo posto al Senato. Nel corso degli anni, si specializza in materie di interesse internazionale divenendo per tre volte presidente della commissione Esteri. Alle presidenziali del 1988, quindici anni dopo essere diventato per la prima volta senatore, tenta la strada per la Casa Bianca.

È inizialmente considerato tra i favoriti, ma le rivalità all'interno del suo staff, le esagerazioni sui suoi successi scolastici (disse di essere tra i migliori della sua classe, ma era stato il 506esimo su 688 della sua classe) e le accuse di aver copiato un discorso da un politico inglese lo fanno naufragare. Non riesce a sfondare nei sondaggi e si ritira dalle primarie dem nel 1987. In Senato, invece, continua a riscuotere successi e dal 1987 al 1995 è presidente del comitato sulla giustizia.

Riguardo alla politica estera, nel corso degli anni Biden si è opposto all'intervento americano nella prima Guerra del Golfo e ha invece votato a favore delle operazioni Nato in Bosnia-Erzegovina e nella Repubblica Federale di Jugoslavia, e delle missioni in Afghanistan nel 2001 e in Iraq nel 2002.

Gli anni come vicepresidente di Barack Obama

Nel 2008 Joe Biden corre di nuovo per la Casa Bianca. È considerato tra i possibili vincitori, assieme a Hillary Clinton. Ma un giovane senatore democratico dell’Illinois si fa strada sui due e ottiene maggiori consensi dell’uomo della Pennsylvania e della moglie dell’ex presidente Usa. Si tratta di Barack Obama che, con una campagna elettorale tutta incentrata sulla potenza dei social e di Internet assieme al tradizionale porta a porta, si fa conoscere e apprezzare dall’elettorato.

Il primo presidente afroamericano della storia Usa offre a Biden il posto di vicepresidente. Il senatore del Delaware, esperto di politica estera e sicurezza nazionale, è ciò che serve alla squadra di Obama. La vicepresidenza di Biden si caratterrizzerà per un ruolo molto attivo in Iraq e Afghanistan.

Dalla collaborazione politica con Barack nasce una profonda amicizia. Il senatore del Delaware ricopre la carica di vicepresidente per tutti gli otto anni e ottiene dal capo degli Stati Uniti la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile degli USA.

Biden diventa presidente degli Stati Uniti

Dopo gli anni come vicepresidente, Joe Biden è indicato da molti come candidato democratico favorito per le presidenziali 2016. Ma nel 2015 il figlio Beau muore per un tumore al cervello e il senatore del Delaware viene considerato politicamente finito.

Il 25 aprile del 2019, dopo mesi di incertezza, decide di scendere nuovamente in campo. Dice di essersi convinto perché il livello di tradimento dei valori americani di Donald Trump deve essere fermato. Nella campagna elettorale, i limiti di Biden si rivelano punto di forza: non scontenta nessuno e riesce a parlare a tutti, dai democratici più moderati alla sinistra sandersiana. È un candidato di sottrazione che non entusiasma ma rassicura dopo gli anni con il più irruento Trump.

Il 3 novembre 2020 è eletto presidente degli Stati Uniti con il 51,3% dei voti e diventando è il candidato presidenziale che ha ricevuto più voti popolari nella storia degli USA. Nei primi 100 giorni dall'entrata in carica, Biden firma una serie di ordini esecutivi per affrontare questioni importanti come la pandemia, la recessione economica, il controllo delle armi e la giustizia sociale.

Annuncia che tra i primi atti da presidente avrebbe stanziato 1900 miliardi di dollari per un piano denominato "American Rescue Plan", comprendente anche mille miliardi di dollari di aiuti diretti, facilitando l'accesso a servizi di assistenza sanitaria, aumentando il salario minimo, estendendo l'assicurazione contro la disoccupazione e stanziando fondi di emergenza per le famiglie con bambini e ai lavoratori senza figli.

Con l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, si schiera a favore di quest’ultima e con i partner europei e i paesi del G7 impone sanzioni agli oligarchi russi.

Vita privata di Joe Biden

Joe Biden è stato sposato due volte, prima con Neilla Hunter e poi con Jill Tracy Jacobs. Il primo matrimonio è nel 1966 a Syracuse e dall’unione nascono tre figli: Joseph R. (Beau), Robert Hunter e Naomi Christina. Nel 1972 la sua vita è segnata da una tragedia a causa di un incidente automobilistico. la moglie e i tre figli sono stati vittime di un incidente d'auto dalla dinamica non chiara. Neilla e l’ultimogenita di 13 mesi perdono la vita, gli altri due figli sopravvivono, anche se gravemente feriti.

Per alcuni anni cresce da solo i figli Beau e Robert. Pensa di ritirarsi dalla vita politica, ma il leader dei democratici in Senato lo convince a restare. Diversi anni più tardi, confessa di aver pensato anche di suicidarsi. Nel 1975 conosce Jill Tracy Jacobs, di lontane origini italiane, in un appuntamento organizzato dal fratello Frank. Nel 1977 la sposa e con lei ha una figlia, Ashley, nata l'8 giugno 1981. Nel 1988 è costretto a sottoporsi a un intervento al cervello che si conclude positivamente. Nel 2015, invece, il figlio Beau muore a causa di un tumore.

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