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Covid, appello di Zaia a Draghi: "Chiudere tutte le superiori"

Il governatore veneto si rivolge al presidente Draghi per un intervento deciso sul tema della chiusura delle scuole

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il Comitato tecnico scientifico si è espresso sul fattore di rischio dell’apertura delle scuole nella diffusione dei contagi da Covid-19, dando al governo delle indicazioni precise: chiudere tutti gli istituti di ordine e grado in zona rossa, chiusure a livello provinciale e dove l’incidenza dei positivi è superiore a 250 casi su 100mila abitanti. Alcune Regioni, come l’Abruzzo e la Campania si sono già mosse in autonomia con ordinanze che serrano gli istituti, e sul punto torna a farsi sentire anche il governatore Luca Zaia che si rivolge a Mario Draghi.

“Faccio appello al presidente Draghi affinché valuti con la sua obiettività scevra da retaggi ideologici l’apertura o la chiusura delle scuole, l’obiettivo deve essere la salute” dice in un’intervista al Corriere della Sera il presidente del Veneto.

Zaia chiede espressamente al governo una chiusura, anche se temporanea, degli istituti superiori commentando così la valutazione fatta dal Cts in merito: “Quel parere l’avevo chiesto io. Però, il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’è o non c’è? Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane“.

“Ho detto che apertura, chiusure e restrizioni siano dettate dalla comunità scientifica. Ho chiesto formalmente che il Cts si esprima sull’apertura delle scuole” ha rimarcato Zaia.

“Io ho tenuto le scuole chiuse a gennaio sulla base di articoli scientifici che dicono che la riapertura porta a una diffusione esponenziale. Intendiamoci: non sto dicendo che i ragazzi siano untori” è la considerazione del governatore.

Che specifica: “Prima cosa, i ragazzi sono spesso asintomatici. E la presenza a scuola implica quella di più persone, in Veneto 700 mila, in ambienti confinati. La scuola rischia di diventare il punto di snodo per portare l’infezione da una famiglia all’altra. Senza colpe, ma i ragazzi rischiano di essere i vettori del contagio. Del resto, l’abbiamo appena visto..”

Il presidente Zaia sostiene infatti che gli istituti scolastici siano uno degli ambienti più interessati alla circolazione del virus e ritiene necessario un intervento chiaro della comunità scientifica in merito sul quale la politica possa poi basare le proprie decisioni:”Lo dicono i numeri. L’infezione in Veneto ha preso quota venti giorni dopo la riapertura delle scuole. E ha toccato la sua fase più… impressionante tra novembre e dicembre. Sarà una lettura empirica, ma vedo regioni che hanno aperto un mese prima di noi che hanno alte infezioni e parlano di richiudere”.

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