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Rifiuti sversati nei torrenti di Messina: gettati anche quelli pericolosi, 66 indagati e 14 camion sequestrati

Numerosi sversamenti illeciti di rifiuti sono stati documentati nei greti dei torrenti Mela e Patrì nella provincia di Messina: 66 gli indagati

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Ha preso il via nelle prime ore del mattino di venerdì 29 settembre un’operazione dei Carabinieri collegata a numerosi sversamenti illeciti di rifiuti documentati nei greti dei torrenti Mela e Patrì nella provincia di Messina.

L’operazione dei Carabinieri

L’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto (provincia di Messina) che è iniziata nelle prime ore del mattino di venerdì consiste nel sequestro preventivo di 14 autocarri, del valore complessivo di oltre 1 milione di euro, appartenenti a diverse ditte della zona, e nella misura cautelare interdittiva del “divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per la durata di un anno” a carico del titolare di un’azienda.

I provvedimenti sono stati presi, nell’ambito di due procedimenti iscritti per i reati di “realizzazione di discarica abusiva“, “combustione illecita di rifiuti” e “abbandono di rifiuti“, in seguito alle indagini condotte dai Carabinieri delle Stazioni di Merì e Terme Vigliatore, coordinate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Verzera.

CarabinieriFonte foto: iStock - abile

L’operazione dei Carabinieri è scattata nelle prime ore del mattino di venerdì 29 settembre.

Cosa è emerso dalle indagini

Come riporta l’agenzia ‘Lapresse’, le indagini, durante le quali sono stati documentati numerosi sversamenti illeciti di rifiuti nei greti dei torrenti Mela e Patrì, vedono in tutto 66 persone indagate, tra cui titolari di imprese del settore edile, della lavorazione del legno, di prodotti agricoli, del commercio del ferro e del trasporto merci, oltre a ristoratori, proprietari di officine meccaniche, attività commerciali e cittadini residenti della zona.

Le indagini, effettuate anche tramite l’analisi meticolosa di diversi video, acquisiti con l’uso di telecamere occultate nei pressi dei due corsi d’acqua, hanno permesso di accertare le condotte degli indagati, che, come evidenziato nei provvedimenti giudiziari e riportato da ‘Lapresse’, hanno concorso in uno scempio del territorio con la riduzione dei torrenti, sottoposti a vincolo paesaggistico e largamente prosciugati per lunghi periodi dell’anno, a una vera discarica, facendone oggetto di una selvaggia aggressione ambientale.

Gli indagati, con più condotte ripetute nel tempo e documentate tra i mesi di maggio e dicembre del 2022, in diversi punti dei torrenti, in assenza di autorizzazione, avrebbero trasportato e sversato nei greti dei fiumi rifiuti di vario tipo, anche pericolosi e in particolare scarti delle attività di impresa, tra cui materiale edile, in ferro, legno e derivati della lavorazione di alimenti o prodotti da animali da allevamento.

In alcuni casi, i rifiuti, dopo essere abbandonati, sarebbero stati incendiati, con fiamme che avevano prodotto un’intensa nube di fumo e che non si erano propagate solo grazie alle non favorevoli condizioni metereologiche.

Le richieste della Procura

Stando alle richieste effettuate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, che trovano conferma nelle ordinanze dei GIP, il fenomeno sarebbe da ascrivere alla volontà degli indagati, “totalmente insensibili alla salvaguardia del patrimonio naturalistico nel cui ambito pure loro vivono e operano”, di “non seguire le procedure – affrontando i relativi costi – normativamente previsti per lo smaltimento dei rifiuti, e così rovinando, in maniera che appare irreversibile, un patrimonio naturalistico che appartiene all’intera collettività” e che abbraccia i Comuni di San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Merì, Barcellona Pozzo di Gotto e Terme Vigliatore.

Nei due procedimenti penali risultano indagati anche 31 residenti della zona, che dovranno rispondere dei reati di abbandono di rifiuti.

messina-rifiuti Fonte foto: US Carabinieri
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