Primario Pronto Soccorso Pesaro: post choc "No vax, vi curerò ma mi fate schifo". La polemica
Il primario del pronto soccorso di Pesaro si è sfogato contro i no vax, suscitando non poche polemiche
Ha fatto scalpore il post del primario del Pronto soccorso di Pesaro, Umberto Gnudi, che sul suo profilo Facebook ha rivolto parole durissime contro i no vax. Il medico si è sfogato così: “Venite in PS malati? Vi curerò, è il mio lavoro, ma senza parlarvi. Sappiate che vi disprezzo“.
Lo sfogo del primario del pronto soccorso di Pesaro
Gnudi, in prima linea nell’emergenza Covid già dal marzo 2020, ha scritto: “All’ennesimo caso di no vax positivo (anziano con figli no vax, strafottente cinquantenne ‘tanto a me non capita’, trentenne palestrato ‘con questo fisico non ho paura di niente’) che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati, ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza!”.
“Non voglio più avere a che fare con voi! – ha aggiunto il primario – Siete tra i miei “amici” di Facebook? Vi prego, se vi è rimasta una briciola di dignità, cancellatevi. Altrimenti, appena me ne accorgo, lo farò io”.
Gnudi ha concluso così il post: “Non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate. Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo“.
Le sue parole hanno suscitato centinaia di commenti, divisi tra chi supporta le parole del medico e anzi, rincara la dose dicendo “io non li curerei nemmeno”, e chi invece ritiene eccessive e inadeguate le affermazioni del medico.
La replica di Gnudi alle polemiche
Il posto ha avuto una risonanza tale che il medico ha successivamente precisato le sue posizioni tra i commenti: “Temo che la frustrazione con la quale ho scritto il post lo abbia reso irritante per chi ha idee diverse, e di conseguenza abbia fatto sì che se ne travisasse il messaggio”.
“Chi non mi conosce deriva la sua opinione solo da quelle poche righe. Visto che il post sta girando un po’ troppo, provo a chiarire: sono medico di PS e 118 da vent’anni e in questi anni ho imparato che l’empatia, la buona parola, la compassione sono esse stesse cura, spesso altrettanto efficace dei farmaci”, ha aggiunto Gnudi.
“Ma non posso provare empatia – ha chiosato Gnudi – per un atteggiamento distruttivo ed egoista quale è il rifiuto ideologico del vaccino. Come medico, curo con la scienza; come uomo, guarisco assieme al paziente. La pietas per il paziente è sempre presente e cresce esponenzialmente nel caso di persone esposte loro malgrado al virus, perché familiari più in salute hanno deciso per loro di non vaccinarle”.
“Vedere morire boccheggiando un anziano mi fa schifo, e quando nell’ambulatorio accanto il medico che sono curerà, in scienza e coscienza, l’autore del contagio, l’uomo che sono non potrà provare rispetto per lui”, ha concluso il medico.