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Prete diventa papà a Verona e il tribunale lo obbliga a riconoscere la figlia e a pagare gli alimenti

Un prete 47enne è stato condannato dal tribunale a riconoscere la figlia avuta in una relazione clandestina e a pagare il mantenimento

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Un prete 47enne dovrà riconoscere la figlia, avuta sei anni fa da una relazione clandestina, e dovrà pagare gli alimenti rimasti in arretrato alla mamma. Lo ha deciso il tribunale di Verona che ha obbligato di fatto il parroco veronese a mettere mano al portafoglio e a prendersi le proprie responsabilità.

Prete diventa papà, sei anni dopo deve riconoscere figlia

A raccontare l’episodio è stato Il Giornale che ha spiegato che all’epoca dei fatti, il 2017, l’uomo vestiva già l’abito talare. Nonostante gli obblighi religiosi, il prete aveva avuto una relazione clandestina negli anni precedenti con una donna straniera.

Oggi 47enne, il parroco veronese nel 2017 divenne padre di una bimba che però, nonostante non avesse mai negato di esserne il padre biologico, non avrebbe mai riconosciuto. Da qui è partita la battaglia legale della donna, conclusasi con un verdetto favorevole.

Il racconto del prete e la querela

Il prete, che all’epoca officiava nella chiesa di un Comune della provincia scaligera sul lago di Garda, decise a quanto pare di troncare la relazione con la donna e confessò quanto accaduto ai propri superiori, i quali lo autorizzarono a proseguire nel suo ministero limitandosi a trasferirlo in un’altra regione. La decisione però non piacque alla donna che scelse di recarsi dai carabinieri per sporgere querela nei confronti del religioso.

L’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.

La causa e la decisione del giudice

Nel 2021 il giudice per le indagini preliminari aveva accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Verona, puntando sul fatto che un sacerdote non potesse essere costretto ad essere padre. Ma la querelle non finì di certo lì.

Il procedimento è andato avanti in sede civile, forte del riscontro del test del dna che ha confermato la paternità del prete. Così il tribunale di Verona ha dato ragione alla donna e riconosciuto i suoi diritti e quelli della figlia, che oggi ha sei anni.

Il prete è stato dunque condannato al riconoscimento della figlia, con la registrazione all’anagrafe e il versamento di 10.000 euro alla madre della bambina, parte dei quali considerati a titolo di arretrati per il mantenimento che negli anni non le avrebbe versato.

prete Fonte foto: 123RF
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