M5S alla prova dell'Assemblea Costituente, dai quesiti al destino di Conte e Beppe Grillo: su cosa si vota
Con i quesiti dell'Assemblea Costituente si tirano le somme sui ruoli di Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Quest'ultimo ha già annunciato che potrebbe lasciare il M5S
Si avvicina l’Assemblea Costituente del M5S che ridisegnerà i rapporti di forza fra il fondatore e garante Beppe Grillo e il presidente Giuseppe Conte. I quasi 89.000 iscritti con diritto di voto sono da subito chiamati a esprimersi su una serie di quesiti inerenti i ruoli chiave e il posizionamento politico del M5S, ma anche su temi ambientali e sanitari.
Aperta la Costituente del M5S
Gli iscritti hanno ricevuto un link tramite il quale poter accedere alla piattaforma del voto sul portale del Movimento. Le consultazioni sono partite alle 10:00 di giovedì 21 novembre, per concludersi alle 15:00 di domenica 24. L’Assemblea Costituente vera è propria si svolgerà sabato 23 e domenica 24.
Il M5S arriva al voto per la riscrittura delle regole interne dopo essere uscito indebolito dalle politiche 2022 e dopo che i sondaggi lo danno fra l’11 e l’11,5%.
Beppe Grillo e Giuseppe Conte.
Ma pesano anche i tira e molla sul campo largo e il tormentato rapporto fra Conte e Schlein.
I quesiti per gli iscritti
Fra i quesiti proposti agli iscritti, quelli riguardanti il limite dei due mandati, il simbolo, lo statuto, il codice etico, la candidabilità e le iniziative giovanili.
E poi ancora i poteri delle due figure cardine, ossia il garante (oggi Beppe Grillo) e il presidente (oggi Giuseppe Conte).
I votanti dovranno decidere se il ruolo di presidente sia incompatibile con altre funzioni istituzionali, come ad esempio il presidente del Consiglio dei ministri.
Si punta poi a valutare se togliere al presidente la possibilità di decidere delle alleanze alle elezioni Amministrative e Regionali.
Ma chi esprimerà il suo voto dovrà inoltre scegliere se eliminare la figura del garante o se trasformarla in un ruolo puramente onorifico.
Il futuro di Giuseppe Conte
Giuseppe Conte punta su un M5S di area progressista. Uno dei quesiti riguarda appunto l’opzione di definirsi “progressisti” o “di sinistra”.
Al di là del posizionamento ideologico, se il Movimento dovesse seguire questa strada si troverebbe a dover trovare la propria nicchia politica, facendosi largo fra la visione più estrema di Avs e quella estrema sui diritti del Pd, ma più moderata su economia e lavoro.
“Mi sembra evidente che se dalla Costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership, mi farei da parte. Si chiama coerenza”, ha annunciato Conte a La Repubblica.
Conte marca una distanza netta “da questa destra che persegue la frammentazione dell’Italia, la mordacchia ai giudici, l’abbattimento degli equilibri costituzionali con una chiara deriva autocratica”.