Paura al Pronto Soccorso di Lodi, preso da un raptus distrugge i macchinari: danni per 50 mila euro
Paura nella notte all'Ospedale Maggiore di Lodi, dove il Pronto Soccorso è stato preso d'assalto da un uomo, che ha causa ingenti danni ai macchinari
Un paziente ha distrutto un’ala del Pronto Soccorso dell’ospedale di Lodi, causando il caos nella notte tra il 1° e il 2 febbraio, intorno all’1. Per fermarlo è stato necessario l’intervento di tre pattuglie della Polizia.
- Danni per 50 mila euro dentro al Pronto Soccorso di Lodi
- La ricostruzione del raptus, intervenuta la Polizia
- Le dichiarazioni del direttore dell'Asst di Lodi
Danni per 50 mila euro dentro al Pronto Soccorso di Lodi
L’uomo, in un raptus di rabbia e davanti a una trentina di pazienti in sala di attesa, ha iniziato a danneggiare le attrezzature del Pronto Soccorso.
Fortunatamente non si sono verificati ferimenti. Secondo quanto ha fatto sapere l’Asst di Lodi, il 40enne avrebbe distrutto un elettrocardiografo, due monitor, un carrello, alcune sedie e scrivanie, danneggiando dei muri e la segnaletica esterna.
Avrebbe anche lanciato in aria una bombola d’ossigeno, causando danni per circa 50 mila euro all’azienda sanitaria.
La ricostruzione del raptus, intervenuta la Polizia
Secondo quanto ricostruito, il paziente avrebbe chiesto aiuto in strada a causa di un malore. Portato dentro il Pronto Soccorso, era stato sottoposto alle visite del caso.
L’Ospedale Maggiore di Lodi sulla mappa.
Improvvisamente avrebbe però perso la calma, scagliandosi contro gli oggetti presenti nella shock room e nel triage. In quel momento gli operatori sanitari e la sicurezza dell’ospedale hanno trasferito e messo al sicuro gli altri pazienti.
L’uomo è stato fermato dagli agenti della Polizia e denunciato, e successivamente trasferito all’ospedale di Codogno per ulteriori analisi.
Le dichiarazioni del direttore dell’Asst di Lodi
“Sono avvenimenti che lasciano sicuramente turbati i colleghi del Pronto Soccorso coinvolti ma anche tutti noi”, ha dichiarato il direttore generale della Asst lodigiana, il dottor Salvatore Gioia, raggiunto dal Corriere della Sera.
“Esprimiamo a loro il nostro ringraziamento per la prontezza con cui hanno saputo proteggere i nostri pazienti ed evitare anche a se stessi le conseguenze di una aggressione così violenta”, ha proseguito.
“Nonostante fossero tutti comprensibilmente scossi per l’accaduto, grazie alla loro capacità di reazione e alla loro professionalità non ci sono state sospensioni o interruzioni delle attività”, ha continuato.
Non è la prima volta che si verificano vicende di questo tipo e per questo tanto i sindacati del personale medico e sanitario che quelli delle forze di polizia hanno espresso la loro preoccupazione per gli operatori.