Omicidio di Samarate, chi è il presunto assassino: architetto di successo, aveva lavorato anche all'estero
La vittima contro la violenza sulle donne. Su Facebook scriveva: "Il mio San Valentino alle donne morte per mano di un uomo"
Era un affermato professionista Alessandro Giovanni Maja, l’architetto 57enne fermato dai carabinieri per l’omicidio di Samarate, in cui hanno perso la vita la figlia e la moglie (un altro figlio è ferito in maniera grave).
Chi è il sospetto omicida di Samarate e a cosa aveva lavorato il Maja Group da lui fondato, si descriveva “Vulcanico di idee, originali e stravaganti”
Lo studio ha lavorato a un progetto nei pressi della stazione milanese di Cadorna e ha realizzato alcuni spazi dello scalo di Malpensa.
Quello che porta il suo nome, il Maja Group, era presentato sul sito web (al momento inaccessibile “per manutenzione”, cita un disclaimer che blocca l’accesso) come “un atelier di progettazione che opera in Italia e all’estero”, in grado di fornire un supporto completo “per la progettazione di spazi commerciali nel ‘Food&Beverage’: dall’idea del nuovo concept alle relative strategie di marketing, alla realizzazione dello spazio architettonico, allo start up iniziale e consulenza di gestione”.
Maja si definisce “milanese di nascita” e “cresciuto tra i Caffè” della città capoluogo di regione, “maturando un’esperienza pluriennale nella progettazione degli stessi. Vulcanico di idee, originali e stravaganti, ma concrete e funzionali!”
Lo studio ha lavorato a Milano, in Sicilia, all’estero (in Spagna, Olanda e Venezuela), quindi ha contribuito alla realizzazione di alcuni spazi all’interno dell’Aeroporto Intercontinentale di Malpensa e a quella di uno spazio all’interno della Stazione Ferrovie Nord Cadorna di Milano.
Omicidio di Samarate, la vittima contro la violenza sulle donne su Facebook. Scriveva: “Il mio San Valentino alle donne morte per mano di un uomo”
Sconvolge e rammarica il fatto che la vittima si fosse scagliata contro la violenza sulle donne in post su Facebook: “Il mio San Valentino lo voglio dedicare alle donne che sono morte per mano di un uomo credendo nell’amore – aveva scritto la madre e moglie 56enne. E ancora: “c’è sempre tempo per riprendere in mano la nostra vita. Che sia un lavoro, una passione… La paura di perdersi fa perdere momenti preziosi della nostra VITA”.
Figlia e madre uccise a Varese, la dinamica dell’accaduto: l’arma del delitto probabilmente un martello
Secondo le prime ricostruzioni pare Maya non nascondesse che in famiglia stesse avendo alcune difficoltà. A scatenare il gesto efferato potrebbero essere stata una possibile crisi matrimoniale, che troverebbero conferma nel fatto che donna si era rivolta a un avvocato per una consulenza sulla separazione.
Secondo le prime ricostruzioni, la donna, di 56 anni, e la figlia, di 16 anni, sarebbero state uccise nel sonno a colpi di martello, nell’abitazione in provincia di Varese. Ferito l’altro figlio di 23 anni, che in un primo momento era stato dato per morto.
A dare l’allarme sono stati i vicini di casa.